In Sardegna 120.000 disabili, il M5s propone un Garante regionale: “Diamo voce a persone spesso invisibili”

In Sardegna il M5s spinge per l’istituzione del Garante dei diritti delle persone con disabilità in seno al Consiglio regionale. È il cuore della proposta di legge presentata dal pentastellato Roberto Li Gioi, e illustrata questa mattina in una conferenza stampa insieme agli altri consiglieri regionali del gruppo. “Riteniamo che questa figura abbia un’importanza ancora maggiore nella nostra Isola – argomenta Li Gioi – perché la Sardegna registra un 7,3% di persone disabili rispetto al totale dei suoi abitanti, circa 120.000 persone, contro una media nazionale del 5,2%”.

Il Garante, fa sapere Li Gioi, “avrà il compito di attivare i diritti di queste persone, di promuoverne la diffusione, e di sensibilizzare la popolazione affinché ci siano comportamenti che vadano nella direzione di un miglioramento delle loro condizioni di vita”. Questa è una proposta “che individua una scelta politica netta – aggiunge – per avere le istituzioni più vicine alle persone più fragili che hanno bisogno di protezione e di tutela. Esiste già un Garante nazionale per i diritti delle persone con disabilità, e altre regioni hanno istituito questa figura, tra cui Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta”.

Ecco perché per Li Gioi è arrivato anche in Sardegna il momento di accelerare: “Serve una figura che lavorerà al di fuori di ogni rapporto gerarchico, in assoluta autonomia e indipendenza di giudizio. La scelta cadrà su una persona che ha comprovate esperienze in materia educativa e sociale”. Nel concreto, spiega il consigliere del M5s, il Garante avrà ad esempio il compito “di proporre delle ispezioni negli uffici pubblici per accertare che non ci siano barriere architettoniche. E avrà il compito anche di raccogliere segnalazioni e sottoporle alle amministrazioni competenti affinché non si verifichino determinate situazioni di non inclusione”. Questa proposta di legge, aggiunge la consigliera Lara Serra, “non solo è doverosa – fa parte del nostro lavoro – ma ci inorgoglisce anche da un punto di vista umano. Questo è anche un messaggio molto importante alla politica, che deve guardare non solo alle questioni pratiche e urgenti, ma soprattutto a quelle umane. Una politica che deve parlare un nuovo linguaggio della solidarietà, dell’uguaglianza e della pace”.

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