In Consiglio regionale le celebrazioni di Sa Die de sa Sardigna

La Sardegna punta i piedi contro lo Stato per la riforma del Titolo V della Costituzione nel giorno in cui l’isola celebra “Sa Die de sa Sardigna“, la giornata dell’orgoglio del popolo sardo nella quale si ricorda il 28 aprile 1794 quando i sardi cacciarono i piemontesi che governavano l’Isola a causa del gravame dell’imposizione fiscale e della corruzione dilagante. Giornata celebrata ufficialmente in Consiglio regionale. Oggi le forze di opposizione del centrodestra hanno presentato una mozione chiedendo la convocazione urgente del Consiglio regionale per impegnare la Giunta a presentare entro 90 giorni un disegno di legge di riscrittura nel nuovo Statuto autonomistico. Mentre in Aula si sono susseguite le note della banda della Brigata Sassari, dei Tenores di Neoneli e gli intereventi solenni del Presidente del Consiglio, della Regione con gli esponenti di maggioranza e opposizione, anche il Partito Sardo d’Azione ha riproposto il progetto di legge per istituire l’Assemblea costituente del popolo sardo e la mozione sull’ indipendenza. La mozione del centrodestra punta a un confronto con lo Stato “per evitare che nel processo di revisione della Costituzione venga leso qualsiasi livello attuale di autonomia” ed a chiedere un incontro fra una delegazione di Giunta e Consiglio e i Presidenti della Repubblica e di Camera e Senato per evitare che si attuino “colpi di mano a danno della specialità autonomistica”.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha centrato il suo intervento sulla necessità di riscrittura dello Statuto: “davanti alla riforma costituzionale che modifica assetto dello Stato in maniera fortemente centralista, sottraendo funzioni alle Regioni e attaccando la specialità e l’autonomia, non siamo disposti a fare un passo indietro su questi temi”. Il governatore Francesco Pigliaru ha spiegato che l'”assunzione piena di responsabilità per un futuro migliore è il modo più giusto per ricordare la giornata e per affrontare i problemi. Dobbiamo chiedere in tutti i livelli di governo la partecipazione della Sardegna a pieno titolo in tutti i processi che ci riguardano”.

Per la minoranza in Consiglio regionale Modesto Fenu (Zona Franca) ha sostenuto che il “rapporto con lo Stato va riscritto”, e il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha osservato che occorre arrivare ad un’autonomia piena. L’ex governatore Ugo Cappellacci (Fi) ha sostenuto che “il cambiamento inizia da ciascuno di noi tutti i giorni dell’anno”, mentre Gianluigi Rubiu (Udc) ha sottolioneato il ripetersi della storia: “anche oggi c’è un Governo nazionale arrogante e disattento alle esigenze dei cittadini”. Infine l’indipendentista di Irs Gavino Sale, per la maggioranza, ha detto che “Sa die de Sa Sardigna ha da venire”, e il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha sollecitato una “resistenza istituzionale al neo centralismo statale”.

 

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