“Mai come in questo momento dobbiamo cercare la coesione tra i popoli, la fratellanza e la solidarietà. Perché la nostra sola speranza è essere uniti. La Sardegna deve volare verso un futuro migliore”. Così il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, oggi in aula per le celebrazioni de Sa Die de sa Sardigna in ricordo dell’insurrezione popolare avvenuta il 14 aprile del 1794 con la cacciata dei piemontesi e del vicerè Balbiano da Cagliari. Evento aperto stamane con l’esecuzione dell’inno sardo “Procurade ‘e moderare” da parte del coro del Teatro Lirico di Cagliari, a cui hanno fatto seguito l’inno nazionale “Fratelli d’Italia”, l’inno europeo “Alla gioia”, il brano tradizionale sardo “Non poto reposare” e il “Va, pensiero” di Giuseppe Verdi.
“Il tema di questo 28 aprile 2025, ‘Le radici e le ali’, ci aiuta a riflettere su chi siamo e da dove veniamo – le parole di Comandini -. La storia e gli insegnamenti che arrivano dal passato sono le nostre radici da cui dobbiamo partire per ‘volare’ verso il futuro. La storia della nostra isola, purtroppo, è ancora poco conosciuta, soprattutto dalle nuove generazioni. Dobbiamo imparare a connetterci con i giovani, ad usare il loro linguaggio”. Per Comandini “non possiamo più permetterci di dividerci. La Sardegna del futuro deve rivendicare un suo spazio in ogni settore, prima di tutto, non mi stancherò mai di dirlo, nei rapporti con lo Stato. Dobbiamo puntare a risolvere questioni ‘storiche’ come la vertenza entrate, la questione della lingua, l’attuazione dello Statuto speciale”.