Il Governo nel Consiglio dei Ministri straordinario ha risolto il nodo dell’Imu agricola montana fissando nuovi criteri per il pagamento con esenzione totale per 3456 comuni (prima erano 1498) e parziale per 655. La soluzione dopo l’incontro stamane tra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina. Per chi dovrà pagare l’Imu agricola, non rientrando nei parametri di esenzione, il termine di pagamento è stato posticipato al 10 febbraio.
Il comunicato del consiglio dei ministri che illustra il decreto legge contenente misure urgenti in materia di esenzione Imu “che va a ridefinire i parametri precedentemente fissati, ampliandone la platea”, sottolinea come i criteri espressi si applichino all’anno in corso, 2015, e anche all’anno di imposta 2014 che era proprio la richiesta maggiormente sollecitata dal mondo agricolo in vista della scadenza del pagamento della tassa prevista lunedì prossimo e dai politici che sostenevano la richiesta. Per l’anno 2014 non è comunque dovuta l’Imu per quei terreni che erano esenti in virtù del decreto interministeriale che aveva introdotto il 28 novembre scorso i contestati parametri altimetrici e che invece risultassero imponibili per effetto del ritorno ai parametri Istat.
“Il governo nazionale è costretto a fare retromarcia dopo la battaglia portata avanti dai Comuni sull’Imu agricola, ma fa una cosa giusta, la cancellazione del balzello per il 2015, e una sbagliata, il pasticcio 2014 che resta in vigore”. Lo dice all’ANSA il presidente dell’Anci Sardegna, Piersandro Scano, ricordando che il 17 giugno ci sarà il giudizio di merito sui ricorsi presentati dall’Anci nazionale. “Se i giudici amministrativi casseranno il decreto che ha modificato la tassa, il governo sarà costretto a restituire i soldi ai contribuenti che pagheranno entro il 10 febbraio – aggiunge Scano -. Se poi l’esecutivo nazionale non integrerà la differenza tra l’effettivo gettito dell’Imu e il taglio praticato ai Comuni, questi ultimi si ritroveranno con un buco nel bilancio 2014. La battaglia continua”.
“La retromarcia del Governo sull’Imu? Parziale e non risolutiva“. Così Ugo Cappellacci commenta la revisione da parte dell’esecutivo dei parametri sull’Imu agricola. “Restano aperte – sottolinea il consigliere regionale di Forza Italia – le questioni che potrebbero creare disparità tra territorio e territorio, tra contribuente e contribuente. Ribadiamo la necessità che la Giunta regionale sostenga i Comuni nella battaglia contro questo ingiusto balzello. Come? Anzitutto chiedendo la sospensione in base all’articolo 51 dello Statuto e riappropriandoci della nostra Autonomia, approvando la proposta di legge presentata da Forza Italia in Consiglio regionale”. Per l’ex governatore “se non si coglie che fuori dalle quattro mura del palazzo c’è un sempre più diffuso allarme tasse, evidentemente c’è una scarsa percezione della realtà. Per questo motivo – conclude – daremo battaglia anche sull’altro fronte aperto nell’isola dalla decisione della Giunta Pigliaru di aumentare quell’Irap che noi nella scorsa Legislatura abbiamo ridotto del 70%, col voto favorevole anche dell’allora opposizione”.
“E’ semplicemente scandaloso che un governo deve essere sollecitato da una vera e propria rivolta per modificare un decreto vergognoso e stolto che ha rischiato di mettere sul lastrico l’intero mondo agricolo sardo e non solo”. Così il deputato di Unidos Mauro Pili commenta il decreto con cui il governo ha modificato i criteri altimetrici dell’Imu agricola montana. Secondo l’ex governatore i vecchi parametri ripristinati “restano comunque incostituzionali in Sardegna”, dove “dovrebbero essere esclusi la maggior parte dei Comuni”. “Non appena sarà disponibile il decreto – conclude Pili – valuteremo nel dettaglio, ma è evidente che dovrà essere impugnato per chiedere la totale esclusione della Sardegna da questo balzello di stato, visto che si tratta di una tassa incostituzionale sotto molteplici profili. E su questo proseguirà la mobilitazione”.