Il sindaco Ganau sfida la Barracciu e Deriu alle primarie. Entro oggi gli altri nomi

La sua candidatura era nell’aria da settimane. Ma l’ufficialità non arrivava. Poi oggi la conferma: Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari e presidente del Cal (Consiglio delle autonomie locali), correrà alle primarie del centrosinistra, fissate per il 29 settembre. E con lui diventano tre i democratici che si contendono l’investitura per le Regionali 2014, visto che hanno già detto “sì” l’eurodeputata Francesca Barraciu e Roberto Deriu, alla guida della Giunta provinciale nuorese e dellUps (Unione Province sarde).

Di certo, nel Pd le acque sono tutt’altro che calme. Lo stesso Ganau non rinuncia a tirare una bordata. «Se ci fosse stato un candidato che raccoglieva i consensi più ampi del partito e poteva rappresentare al meglio la coalizione – dice – non avrei avuto problemi a ritarmi. Ma non credo che questo sia avvenuto, per cui faremo una competizione confrontandoci con gli elettori e per migliorare le alleanze programmatiche».

Il sindaco di Sassari spiega poi quale campagna elettorale farà, in vista del voto settembrino. «Serve – sottolinea – una Regione più vicina ai cittadini e politiche che vadano in questo senso». Ganau, dal canto suo, potrà contare sull’appoggio degli ex Ds che fanno riferimento al segretario Silvio Lai, ma con lui si dovrebbero schierare pure i socialisti di Antonello Cabras.

Al netto del correntone Lai, la gran parte degli altri ex diessini sta con la Barracciu, la quale ha ottenuto pure l’endorsement dei renziani guidati in Sardegna da Chicco Porcu. Fuori dal Pd, invece, è schierata con lei La Base di Efisio Arbau, entrato in Consiglio regionali quando la Barracciu ha fatto le valigie per Bruxelles. Meno definito è il perimetro del sostegno a Deriu che dentro il Pd è un battitore libero. Resta poi da capire cosa faranno i soriani e gli ex Dl legati a Paolo Fadda.

Quanto ai primi non si esclude (ma nemmeno c’è la conferma) che il candidato alle primarie in quota Soru possa essere il consigliere regionale algherese Mario Bruno. Invece: i faddiani, che pure hanno lanciato il nome di don Ettore Cannavera, potrebbero  puntare su Cristiano Erriu, presidente dell’Anci Sardegna (Associazione dei Comuni italiani). Non fosse altro che per la candidatura del prete (su cui anche l’Idv rivendica la paternità) è necessario l’ok dal Vaticano, ma non ci sono i tempi per aspettare che la Santa Sede si pronunci.

E qui si arriva al nodo più grosso che vale la grande guerra nel centrosinistra. Perché lunedì, durante il vertice del centrosinistra, Sel, Idv, Upc, RossoMori, Verdi, socialisti e Centro democratico hanno chiesto di far slittare la presentazione delle candidature dall’8 agosto al 2 settembre. La Barracciu, su Facebook, ha fatto partire una controffensiva, spiegando che quella data era stata decisa dalla Direzione regionale del partito, quindi per modificarla si sarebbe resa necessaria una nuova convocazione dei vertici democratici.

Fatto sta che Lai, dopo aver avviato le consultazioni interne, sta cercando di evitare lo strappo con gli alleati. Al momento l’appuntamento dell’8 agosto resta in piedi, e precisamente il termine ultime per presentare le candidature scade alle 19. Ma le condizioni ci sono tutte perché la frattura tra il partito leader della coalizione e le altre forze del centrosinistra diventi insanabile. Solo Comunisti italiani e Rifondazione sono d’accordo nel mantenere fede al regolamento delle primarie, confermando la data dell’8 agosto.

Sullo scontro ancora in corso, Ganau dice la sua: «Non mi sono appassionato per niente a questa polemica. Noi ci siamo dati delle scadenze e credo che vadano rispettate. Cambiare le regole in corso d’opera o all’ultimo momento, serve semplicemente a disorientare anche gli elettori che hanno bisogno di certezze».
Ganau, a differenza di quanto sostengono gli alleati del Pd, non pensa che le primarie si tradurranno in una sorta di conta tutta interna ai democratici. «Se prendiamo anche i rapporti elettorali – spiega – tre candidature o più del Pd sono giustificate: si confronteranno con le altre che vengono dai partiti della coalizione. Le primarie servono proprio a questo, altrimenti non si fanno e si fa un accordo tra i partiti».

Di certo, Sel nomi non ne ha fatti, mentre l’Idv potrebbe lanciare nell’arena elettorale il costituzionalista Pietro Ciarlo. Il Psi, invece, starebbe puntando tutto sull’economista Simone Atzeni. Ma domani i nomi dei competitors si conosceranno per forza, quando le candidature verranno depositate davanti al collegio dei garanti, formato da Francesco Sitzia, Andrea Deffenu, Fabio Botta, Massimiliano Piras e Riccardo Schirò. Saranno loro a valutarne la regolarità dei nomi in corsa, visto che non posso partecipare alle primarie esponenti politici non direttamente riferibili all’area di centrosinistra. Per questa ragione è stato escluso Paolo Maninchedda, alleato di Ugo Cappellacci dal 2009 e fino a febbraio di quest’anno.

Poi, un mese fa, Maninchedda ha fondato il Partito dei sardi insieme al semiologo Franziscu Sedda, ma il centrosinistra, che pure si è detto favorevole a costruire un’alleanza in vista delle Regionali 2014, ha rispedito al mittente la richiesta di candidatura. I garanti emetteranno il loro verdetto il 9 agosto, consegnando i moduli per raccogliere, entro il 2 settembre: dovranno essere almeno cinquemila, ma non più di 5.500.

Si arriverà così al 29 settembre, quando si apriranno le urne delle primarie: nel caso in cui nessun candidato raccoglierà il 40 per cento delle preferenze totali, i due più votati si sfideranno al ballottaggio.

Intanto dalle 18,30 è online il sito delle primarie, all’indirizzo https://www.lasardegnachevogliamo.it/.

Deriu, poi, si sta organizzando con una propria pagina Facebook (“Roberto Deriu presidente“), dove ha ribadito tre cose sulla propria candidatura che lui chiama “nostra”. E dice: «È indipendente da gruppi e correnti storici e preistorici; serve a proporre un cambiamento culturale profondo nel modo di fare le leggi e di governare; si rivolge ai giovani e a quelli che sanno che senza giovani il mondo è finito».

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