“Nel mese di novembre, sette classi di Sassari, per un totale di circa 140 bambini, hanno
partecipato con entusiasmo al bando Insulas della Regione che prevede
l’utilizzo e l’insegnamento delle lingue di Sardegna in orario curriculare”. È questa la cornice della protesta promossa dall’associazione Spaciada sa bregùngia.
Le lingue oggetto del bando sulla carta dovrebbero essere il sardo, l’algherese, il sassarese, il gallurese e il tabarchino. “I sette progetti di novembre – continua la nota – erano rivolti alle bambine e bambini della Primaria e dell’Infanzia, con l’obiettivo di rivitalizzare e favorire la trasmissione intergenerazionale del sassarese”. Ma “alla pubblicazione delle graduatorie, la sorpresa: i progetti in lingua sassarese, sebbene abbiano ottenuto un ottimo punteggio, non possono essere finanziati per un banale ritardo della Regione”.
Stando a quanto riporta l’associazione, l’inammissibilità al finanziamento deriva dal fatto che gli Uffici regionali “non hanno ancora previsto un sistema di certificazione della conoscenza del
sassarese per le maestre e maestri, come invece è stato fatto per il sardo e il catalano di Alghero”. Non solo: “Nel frattempo non ha neanche approvato una deroga valevole per l’anno scolastico 2022-2023, che avrebbe reso i progetti finanziabili”.
Da Spaciada sa bregùngia scrivono ancora: “Il perché di questa discriminazione non è dato saperlo e, del resto, ci interessa poco. Da parte nostra, abbiamo inviato una nostra proposta a tutti i consiglieri regionali della zona di Sassari, e non solo, chiedendo l’approvazione di una norma che preveda una deroga al sistema di certificazione per un ulteriore anno scolastico. Per tutta risposta, l’emendamento non è passato. Sollecitiamo di nuovo l’Assemblea a trovare una soluzione entro la fine di dicembre“.