Ci sono sono I primi due alfaniani in Sardegna, due divorzi dal Pdl che arrivano entrambi dalla Gallura. A scaricare Silvio Berlusconi sono Fedele Sanciu e Renato Lai: l’uno è il commissario dell’Autorità portuale olbiese, travolto dalle polemiche per mancanza di titoli (ha la terza media) all’indomani della sua nomina, a ottobre; l’altro è un consigliere regionale alla sua «ultima legislatura», fa sapere.
Sono storie diverse quelle che hanno portato gli ormai due ex pidiellini alla rottura col partito. Sanciu ha seguito Maurizio Lupi, il ministro dei Trasporti che, insieme ad Angelino Alfano e a Gaetano Quagliarello, aveva aperto la fronda interna al Popolo della libertà, sino a fondare il Nuovo Centrodestra (Ndc). È stato Lupi a volere Sanciu alla guida dell’Autorità portuale. Ma il commissario non parla. «Adesso non posso», dice al telefono. «Sono al Ministero», aggiunge, ma senza specificare se si trovasse proprio ai Trasporti.
Di certo, l’uscita di Sanciu dal Pdl spezza definitivamente l’equilibrio del partito sardo. Perché da anni il commissario dell’Autorità portuale si muoveva all’unisono col coordinatore regionale Settimo Nizzi. I due, insieme a Mauro Pili – altro berlusconiano pentito ma per ragioni diverse (Pili si è messo alla guida del suo movimento Unidos col quale si candiderà alle Regionali) – formavano lo zoccolo duro dell’opposizione interna a Ugo Cappellacci. Nizzi e il governatore si sono ri-avvicinati in qualche modo, presentando insieme, al Salone nautico di Genova, il progetto della Piattaforma tecnologica europea. Si tratta di una struttura che verrà costruita nella zona industriale di Olbia per promuovere lo sviluppo e l’innovazione della filiera nautica.
Sanciu è stato nominato commissario a ottobre. Adesso, a dicembre, Lupi deve scegliere il presidente. E non si esclude che il passaggio dell’ex pidiellino con il Nuovo centrodestra di Alfano gli possa assicurare la poltrona per i prossimi quattro anni.
Ben diversa la situazione di Lai che ha rotto col Pdl per ragioni squisitamente programmatiche. «Non nascondo – dice l’onorevole – di essere rimasto deluso dall’azione politica di questa Giunta in materia di sanità (Lai era primario di ginecologia all’ospedale di Olbia). Il nostro territorio soffre una carenza di posti letto a cui non è stato posto rimedio».
Il consigliere contesta l’Esecutivo guidato da Cappellacci anche per la soppressione delle quattro nuove Province. «Si è agito con l’accetta, senza valutare che la Gallura ha i numeri, demografici ed economici, per vedersi riconosciuta l’autodeterminazione territoriale. L’averci accorpati di nuovo a Sassari è un brutto passo indietro».
Lai, che è uno dei 56 onorevoli indagati per peculato nell’inchiesta sui fondi ai gruppi, chiarisce: «Farò attività politica fuori dalle istituzioni, quindi con maggiore libertà di azione nell’unico interesse dei cittadini e di tutti i sardi che abitano in Gallura».
Alessandra Carta