Il Pdl per le elezioni lancia il “sardismo berlusconiano”

Il Popolo delle libertà ha presentato le sue liste per le regionali e per l’occasione, ha messo da parte i suoi conflitti interni. “Marciamo tutti uniti” hanno chiarito – seguendo il copione obbligato di tutti i partiti in campagna elettorale – gli aspiranti deputati e senatori. Uniti, o più precisamente “unidos”

La novità più rilevante l’ha annunciata il capolista alla Camera Mauro Pili. Il quale tempo fa ha fondato un movimento – “Unidos”, appunto – che promuove una sorta di “neosardismo” di centrodestra. Pili, visibilmente soddisfatto, ha annunciato che – col benestare di Berlusconi – le tematiche della ‘vertenza Sardegna’ di “Unidos” saranno fatte proprie dal Pdl in campagna elettorale.

Il Popolo delle libertà dell’Isola ambisce a essere, nel marketing politico pre-elettorale una “pattuglia di resistenza della Sardegna contro i poteri forti”. Lo strumento è l’avvio di una battaglia che ha l’obiettivo, ha detto ancora Pili, di “superare “l’autonomia limitata” e fare della Sardegna una Regione speciale d’Europa con una convenzione per governare energia, trasporti, cultura e fiscalità”.

Le voci sempre più insistenti su elezioni regionali anticipate stanno evidentemente condizionando l’impostazione della campagna elettorale per le politiche. Se n’è avuta una conferma da un’altra sottolineatura fatta da Nizzi: “Ci siamo fermamente opposti a che ci fossero persone che non vivono e non operano in Sardegna, la presenza di Berlusconi è solo una formalità. Ci sono tante persone che dovevano essere candidate e non è stato possibile inserirle in posizioni eleggibili, come Mario Diana e altri consiglieri regionali. Riguardo alla mancata accettazione della candidatura da parte di Testoni (il deputato sassarese uscente che dopo essere stato collocato al sesto posto nella lista alla Camra ha rinunciato alla candidatura, ndr) posso dire che l’ho cercato e fatto cercare da tutti e mi dispiace che abbia rinunciato in questo modo”.

Nel Pdl l’intreccio tra le Politiche e le vicende della Regione è avvertito più che in tutti gli altri partiti per via della candidatura di Giorgio La Spisa nella coalizione di Mario Monti. Pochi giorni fa il coordinatore Settimo Nizzi ha chiesto a Cappellacci di ‘dimissionare’ il ‘traditore’ La Spisa col risultato di innescare una bomba a tempo sotto la poltrona del governatore. La questione ormai è stata posta e, ha precisato Nizzi, resta sospesa per il tempo della campagna elettorale. Anche se Pili non ha perso l’occasione per lanciare all’ex collega di partito La Spisa una bordata polemica: “Prendo atto con amarezza che coloro che dovevano essere guardie giurate si sono accordate con il ladro”.

Quanto alla questione morale, e in particolare alla candidatura al senato di Silvestro Ladu – sotto processo per peculato in relazione allo scandalo dei fondi dei gruppi consiliari – Nizzi è stato perentorio: “Non abbiamo nelle nostre liste nessun condannato e siamo garantisti”. Stessa linea sulla posizione degli assessori Mario Floris e Oscar Cherchi, anche loro coinvolti nell’inchiesa sui gruppi consiliari: “Una persona – ha detto Nizzi – non è colpevole finché la sentenza non passa in giudicato.A decidere saranno i giudici, sui quali nutriamo fiducia e rispetto. Io non vorrei che chi ha scagliato la pietra sia uno di quelli che ha la mano più sporca”.

Oltre a Pili e Nizzi (rispettivamente primo e secondo della lista alla Camera) erano presenti l’ex sindaco di Cagliari Emilio Floris (numero due al Senato dopo Berlusconi) e il capogruppo al Consiglio regionale Pietro Pittalis.

 

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