Il Pd sardo perde un pezzo: si ritira la candidata sassarese. La sfida diventa tutta maschile

Il Pd sardo incamminato verso le Primarie del 26 febbraio perde un pezzo: dalla corsa per la segreteria regionale si è ritirata Maria Francesca Fantato, la sassarese classe 1975 che era sostenuta da pezzi di ex Ds e da soriani in ordine sparso. La sfida, a questo punto, si fa a due tra Giuseppe Meloni e Piero Comandini: il gallurese del ’79 contro il cagliaritano del ’61.

È stata nell’aria da subito l’uscita di scena della Fantato che aveva presentato la sua candidatura solo online. Adesso la decisione di tirarsi fuori definitivamente dalla competizione elettorale, di fatto ricompattando quella corrente che alle Primarie del 2017 (le ultime che si sono tenute nell’Isola) costruì l’investitura di Giuseppe Luigi Cucca. Infatti: gli ex Ds che appoggiavano la sassarese fanno capo agli ex parlamentari Giulio Calvisi e Tore Cherchi, adesso sono tornati insieme ai renziani e ad altri pezzi di Margherita sostenitori di Comandini. Lì dove si sono mossi pure due soriani, Eliseo Secci e Pietro Cocco, a questo punto probabili apripista di una nuova strategia politica: per la prima volta dopo anni, il gruppo dell’ex presidente della Regione si allea con un’altra corrente interna anziché correre da solo.

Di segno opposto la decisione dell’area che mette insieme i dem di Antonello Cabras, Silvio Lai e Gianfranco Ganau: per il loro candidato Meloni, consigliere regionale come Comandini, si preannuncia una sfida senza alleati, visto che i popolari di Paolo Fadda non hanno ancora sciolto le riserve dopo la delusione per la mancata convergenza sul nome del proprio candidato, il farmacista Federico Porcu.

La Fantato ha fatto un passo indietro attraverso una nota firmata a quattro mani con Comandini. “Entrambi condividiamo una visione che mette al centro la partecipazione. Abbiamo in comune punti programmatici come la lotta alle disuguaglianze e siamo convinti di dover dare la priorità a temi come istruzione, lavoro e sanità pubblica”.

Meloni, al netto del sostegno che gli garantisce la proprio area interna di riferimento, punta a raccogliere il voto dei delusi del Pd. “Mi candido per accendere nuove energie democratiche e popolari in Sardegna, per un cambiamento che non sia solo generazionale, per un Pd sardo in grado di unire non solo le opposizioni in Consiglio regionale, ma le tante forze civiche, progressiste, autonomiste e indipendentiste, i cittadini singoli e associati, tutti uniti in un progetto alternativo al naufragio della esperienza Solinas”.

Le urne delle Primarie dem si aprono in tutta Italia il 26 febbraio e si vota insieme per la segreteria nazionale e quelle regionali. Una decisione, questa, che vuole accompagnare il partito in calo di consensi verso un nuovo percorso che ingloba tutti i territori. Proprio oggi in Sardegna c’è Elly Schlein, la sfidante di Stefano Bonaccini che ha fatto tappa in Sardegna a gennaio. I due, di fatto, si stanno contendo la candidatura alle Politiche del 2027. (al. car.)

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