Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin vuole chiudere i piccoli ospedali per tagliare sulla spesa della Sanità. Nella lista, riportata dal quotidiano La Stampa, figurano anche 14 strutture dell’Isola.
Questo l’elenco degli ospedali sardi che rischiano la chiusura: il Segni di Ozieri; il Marino di Alghero; il Merlo a La Maddalena; lo Zonchello di Nuoro; il Nostra Signora della Mercede a Lanusei; il San Camillo di Sorgono; il Mastino di Bosa; il San Giuseppe di Isili; il Binaghi di Cagliari; il Santa Barbara e il Cto di Iglesias; il San Marcellino di Muravera; il Microcitemico di Cagliari; il Delogu di Ghilarza.
De Francisci: nessuna chiusura. L’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, smentisce la notizia con una nota diffusa oggi. “Ricordo – ha detto – che la Giunta Cappellacci e l’Assessorato solo nel 2013 hanno inaugurato nuovi reparti. Con la legge regionale 21 del 2012 sulla rete ospedaliera è stato messo nero su bianco che nessun presidio ospedaliero verrà dismesso”. L’assessore entra nel dettaglio: “Al comma 4 – dice De Francisci – è specificato che i criteri sulla riorganizzazione dei posti letto non si applicano agli ospedali di Ozieri, Bosa, Alghero, Tempio, Ghilarza, Sorgono, Isili, Muravera, La Maddalena. Sui posti letto chiarisco, a scanso di equivoci, che nessuno di questi sarà cancellato ma, eventualmente, ‘disattivato’, ossia messo in stand-by, quindi eventualmente utilizzabile se realmente necessario. Questo per evitare costi inutili e non più sostenibili, tenuto conto che nell’Isola esistono realtà che hanno un tasso di occupazione di appena il 17%, ovvero il posto letto è utilizzato solo 62 giorni all’anno”.
Per quanto riguarda Cagliari (Microcitemico e Binaghi), l’assessore specifica che “ogni timore di eventuali chiusure è infondato e smentito dai fatti: il Binaghi continua ad arricchire i propri servizi (l’ultimo in ordine di tempo è la Banca del sangue cordonale), mentre al Microcitemico, una delle nostre strutture di alta specializzazione, i lavori sono in corso per farlo diventare a brevissimo l’ospedale pediatrico regionale”.
La Cgil. “Non è sufficiente dire che non si chiuderanno i piccoli ospedali, occorre chiarire quali scelte si faranno sul futuro di queste strutture”. La segretaria regionale della Cgil Marinora Di Biase interviene così a proposito dell’ipotesi di tagli in discussione a livello ministeriale e in riferimento alle risposte dell’assessore regionale alla Sanità. “Il fatto che 14 piccoli ospedali sardi siano in quell’elenco e che possano essere messi in discussione nel Patto della Salute ci preoccupa”, ha detto Marinora Di Biase aggiungendo che “non basta dire che la Regione ha la legge 21 come se questa risolvesse tutto, quando invece è necessario fare un ragionamento sull’efficienza dei servizi e sulla spesa sanitaria”.
Il sindacato ha chiesto invano, anche nel periodo in cui quella legge veniva approvata, che l’assessorato aprisse un confronto: “La sanità nel territorio va ridisegnata – ha detto Marinora Di Biase – gli ospedali non vanno chiusi sulla base di meri calcoli numerici, è necessario invece riorganizzare quelle strutture affinché diano risposte efficaci alle caratteristiche epidemiologiche e alle esigenze di chi vive in territori vasti e isolati”. Per fare questo occorre ben altro che una legge, servirebbe invece il Piano sanitario regionale che questa Giunta non ha fatto. Solo all’interno di un Piano, potrebbero essere affrontati i problemi in modo integrato, creando una rete di servizi funzionale ai bisogni dei territori che, questa sì, metterebbe al riparo dai rischi contenuti nel disegno del ministero”.