Nessun commento dai vertici del Pd sardo, dopo la decisione del Governo nazionale di impugnare la legge regionale di riorganizzazione della sanità davanti alla Consulta, norma per la quale si era consumato lo strappo in maggioranza, con la decisione dei dem di disertare la riunione di giunta di domenica scorsa per le nomine dei commissari delle aziende sanitarie. Il segretario del Pd, Piero Comandini, e il capogruppo Roberto Deriu, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni ai cronisti prima del vertice di maggioranza convocato dalla governatrice Alessandra Todde, in attesa probabilmente della nota ufficiale da Palazzo Chigi.
Non rimane in silenzio invece il M5s, con il capogruppo consiliare Michele Ciusa che ribadisce la linea del partito: “Noi riteniamo di aver fatto un buon lavoro, faremo valere le nostre ragioni e vedremo come si chiuderà questa partita”. Concetti ribaditi da Paola Casula di Sinistra futura: “L’impugnazione era sicuramente nell’aria, adesso faremo valere le nostre ragioni sul provvedimento della giunta. Chiaramente l’impugnativa è anche un atto politico, saranno i giudici della Consulta a stabilire la legittimità della norma approvata dal Consiglio regionale. Quindi Sandro Porcu, capogruppo di Orizzonte comune: “Ci aspettavamo questa decisione del governo, ma non ci preoccupa più di tanto. Noi andiamo spediti con questa legge, una buona norma che, siamo convinti, darà buone risposte sulla sanità a tutta la Sardegna”.
Il centrodestra invece immediatamente all’attacco della maggioranza. Il primo a commentare è Fausto Piga, vicecapogruppo di Fdi in Consiglio regionale: “Nonostante fossero già noti i rilievi dell’ufficio legislativo dello Stato, la presidente Todde ha commissariato i vertici delle aziende sanitarie regionali nel totale disinteresse dei più elementari principi di prudenza amministrativa e giuridica- tuona-. Bastava attendere due giorni per evitare una figuraccia”. Insomma, per il meloniano “nssuna sorpresa se la ‘legge poltronificio’ è stata impugnata, normale che avvenga quando si scrivono norme pasticciate e si governa con una condotta spericolata”. Todde, ricorda Piga, “ha tenuto in ostaggio la Regione senza bilancio per quattro mesi – come non accadeva da 12 anni – un ritardo ingiustificabile e devastante. Persino il Partito democratico ha preso le distanze dalla presidente, eppure lei è andata avanti come niente fosse, cercando lo scontro politico con il Governo”. Questa legislatura, chiude, “non è in pericolo a causa del ‘caso decadenza’, ma è già ad un bivio perché non si può governare con una maggioranza a pezzi. Tenere in equilibrio l’anima istituzionale e responsabile del Pd, con quella pressapochista e populista dei Cinque stelle è un’utopia: il campo largo sardo è una nave che sta affondando, e con loro tutta la Sardegna”.