Il Governo impugna la legge della Giunta per riammettere i medici in pensione. Si alza il livello dello scontro tra Todde ed esecutivo Meloni

Dalla legge che riammette i medici in pensione alla polemica per la siccità, passando per il ricorso contro l’autonomia differenziata e lo scontro sulla Legge 5 che sospende la corsa alle rinnovabili. E’ ormai scontro aperto tra la Regione Sardegna e il Governo nazionale su più fronti. A riaccendere la miccia sono stati gli episodi registrati negli ultimi giorni. L’ultimo è la decisione del Cdm di impugnare la norma che permette di richiamare i medici di base in pensione per garantire il servizio, almeno sino alla fine dell’anno, nei centri periferici dove si registra la massima carenza di personale sanitario.

Per il Governo che ha disposto l’impugnazione la Regione «eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale» avrebbe violato «l’articolo 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione». Motivazione respinta al mittente dall’esecutivo regionale. Non a caso la presidente Alessandra Todde ha subito replicato che «mentre a Roma promuove l’autonomia differenziata, il Governo Meloni ha deciso ieri di impugnare la nostra legge regionale n.12 del 2024 che consente il richiamo in servizio di medici di base in pensione per fronteggiare, almeno fino a fine anno, la grave carenza di personale medico».

«La Regione Sardegna paga interamente per la propria sanità. Ma nonostante questo il governo dice che abbiamo ecceduto nelle nostre competenze – argomenta la presidente -. Noi continuiamo a lavorare e abbiamo approvato importanti provvedimenti sulla sanità tra cui la delibera sulla ridefinizione delle risorse attribuite alle Asl per l’esercizio di bilancio 2022 e quella relativa ai bilanci preventivi delle Asl per il triennio 2024-26.Chiudiamo finalmente le pendenze di bilancio delle Asl ancora aperte dal 2022 e iniziamo a tirare una riga sul passato». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi che ha parlato di impugnazione “incomprensibile”. “La misura è nata per coprire un’emergenza conclamata e grave con carenze di medici di medicina generale per migliaia di abitanti in alcuni territori”. A supporto della Giunta regionale anche gli esponenti nazionali dei 5 Stelle che hanno parlato di “tentativo di restringere l’autonomia”.

C’è poi il capitolo siccità con la comunicazione del ministero che all’assessorato all’Agricoltura ha annunciato che “non è possibile dare corso alla richiesta di declaratoria eccezionali avversità atmosferiche deliberata dalla Giunta regionale l’11 settembre 2024”. Comunicazione che ha visto rispondere prima l’assessore all’Agricoltura Gianfranco Satta che ha parlato di “richeiste sottovalutate” e poi la presidente Todde. “È vergognoso che il governo Meloni non consideri un’emergenza la siccità che sta colpendo duramente la Sardegna. È inaccettabile che le nostre richieste vengano sottovalutate e che la Sardegna venga ancora una volta considerata una Regione di serie B – ha denunciato la presidente -. Il Governo nazionale deve assumersi le sue responsabilità nei confronti del comparto agro-pastorale sardo che è vitale per l’economia isolana. La Sicilia invece ha avuto un trattamento diverso, ricevendo l’accesso al fondo di solidarietà nazionale. Una disparità di trattamento che deve essere giustificata. Questa decisione non tiene conto delle difficoltà reali che affrontano i nostri agricoltori colpiti dalla siccità e da eventi meteorologici estremi”.

E nei periodi precedenti ci sono poi l’impugnazione della legge 5 che sospende, sino all’approvazione ed entrata in vigore della legge sulle aree idonee, tutti i progetti non ancora cantierati, e la questione relativa alle “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”. Nel corposo dossier, anche l’atto con cui si impugna la legge sull’autonomia differenziata. “I servizi essenziali non sono stati definiti e già questo è un tradimento perché – ha detto- comunque era fondamentale definire quelli che erano i livelli essenziali di assistenza, rispetto alla legge di autonomia differenziata. Invece si è voluto correre, si è voluto mettere le bandierine indipendentemente dal fatto di poterli definire correttamente, indipendentemente dal fatto di capire cos’è il fondo di perequazione, con quali soldi gli eventuali distanze vengono colmati”. All’orizzonte poi si intravede uno potenziale scontro-confronto elettorale tra la presidente della Regione Alessandra Todde e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Anche se le prossime elezioni politiche sono ancora lontane, in politica tutto è possibile. Ma per vedere questo eventuale scenario ci sarà da aspettare.

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