E’ alta tensione sulle primarie del centrosinistra, il fuoco amico non si ferma. Il primo scontro è tutto interno al Pd, con i soriani che stoppano il segretario Silvio Lai: i fedelissimi dell’ex governatore non vogliono rinvii sulla data del 2 settembre, termine ultimo per presentare le candidature (oltre che per consegnare le firme di chi è già in corsa). Poi ecco il duello a distanza tra Upc e Partito democratico con i cristiano-popolari che ancora insistono perché si arrivi al candidato unico. Ci pensa invece Centro democratico a portare un po’ di pace: il partito di Roberto Cappelli annuncia che non presenterà alcun candidato il 2 settembre.
Nei giorni scorsi è stato Lai a tendere un ramoscello d’ulivo a Sel, Upc, Idv e Verdi sul piede di guerra da fine luglio, quando nell’ultimo vertice della coalizione chiesero di posticipare la presentazione delle candidature, fissata (e poi confermata) per l’8 agosto. Ma se il segretario ha fatto sapere di augurarsi nuove candidature, l’ala soriana (che sostiene Francesca Barracciu) dice no ai rinvii. Con l’intervento di due deputati: Francesco Sanna e Caterina Pes.
Secondo Sanna, sia i tempi che le regole “vanno confermati”. A maggior ragione davanti alle tensioni politiche romane: “Non rallentare – ha dichiarato Sanna – significa rendere autonomo il percorso della coalizione in Sardegna rispetto agli esiti della legislatura nazionale“. E Caterina Pes: “Non c’è alcun motivo per cui, quanto stabilito in precedenza e siglato anche dalla direzione regionale del Pd, debba ora essere stravolto”.
Intanto Enrico Piras, segretario regionale dell’Upc non arretra di un millimetro. “Le primarie – dice – rappresentano uno straordinario strumento democratico di confronto, ma non possono certo essere utilizzate per risolvere le beghe fra le correnti interne al Pd. Pur riconoscendo a Francesca Barracciu e Gianfranco Ganau maggiore autorevolezza rispetto agli altri candidati, auspichiamo che si riapra il dibattito all’interno della coalizione, dove anche gli altri partiti e movimenti, con altrettanta autorevolezza, possano esprimere un candidato per l’appuntamento del 2 settembre”.
La premessa di Piras serve per confermare un obiettivo: “L’Upc tende all’individuazione di un candidato condiviso e non chiude le porte ad eventuali allargamenti ad altre forze politiche, come il Psd’Az ed altre forze autonomistiche”
A Piras replica Franco Marras che nel Pd è il responsabile dell’Organizzazione del Pd. “Il
segretario Lai ha affermato con chiarezza che le primarie di coalizione si devono svolgere come stabilito e che non ci sono cambiamenti da fare sulle regole stabilite”. Insomma, non si toccano sia la data del 2 settembre che quella del 29, quando si apriranno le urne delle primarie
Insomma, per Marras le eventuali altre candidature andranno presentate la settimana prossima, come del resto i partiti della coalizione hanno concordato l’8 agosto con la commissione dei garanti.
Intanto a prendere posizione sono anche i RossoMori con il segretario regionale Salvatore Melis. “La coalizione – dice – dovrebbe rafforzarsi a sinistra non a destra. Soprattutto dovrebbe puntare alla valorizzazione di quei partiti che possono fungere da argine alla fuga di consenso, mentre invece questi partiti sono i più mortificati attraverso operazioni di concorrenza interna che spostano la coalizione verso destra”.
Se non viene cambiata la rotta, per Melis l’effetto è uno: “Si rafforzano posizioni che rendono più debole la coalizione, ma per vincere e governare servono atti di coerenza e il coraggio di respingere le ammucchiate. RossoMori – chiude il segretario – ritiene che governo di sovranità e governo di sinistra dovrebbero essere caratteristica riconoscibile della coalizione.
In segno di distensione arriva invece la mossa del Centro democratico, guidato in Sardegna dal deputato Capelli: “Centro democratico ha riuniti i propri vertici regionali e ha deciso di fare un passo indietro rinunciando alla presentazione di qualsiasi candidatura alle primarie del centrosinistra“. A seguire l’appello agli altri partiti della coalizione: “Invitiamo a fare altrettanto a tutti coloro che siano disponibili ad anteporre alle loro pur legittime aspirazioni il superiore interesse di un accordo politico che ponga al primo posto l’interesse dei sardi”.