“Basta con il bombardamento dei bilanci dei Comuni, piccoli e grandi: veramente non si può andare avanti così”. È duro l’attacco al Governo da parte del presidente di Anci Sardegna Pier Sandro Scano, a margine della XV conferenza nazionale dei piccoli Comuni, alla quale ha partecipato il numero uno nazionale Piero Fassino.
Secondo Scano occorre superare il patto di stabilità. L’incidenza dei Comuni sulla spesa pubblica – spiega – è del 7,6%, mentre quella dei piccoli è l’1%, per cui applicare i vincoli del patto di stabilità a questa percentuale non produce praticamente nessun giovamento dal punto di vista dell’equilibrio dei conti. Però crea un mucchio di disastri nel territorio e questo non è buon senso da parte di chi governa. Poi – incalza il presidente dell’Anci regionale – servono politiche per la ripresa e la rinascita dei territori, soprattutto delle aree interne e svantaggiate del Paese e occorre puntare sulla necessaria cooperazione tra i Comuni, sia per la programmazione dello sviluppo sia per la gestione ottimale dei servizi. Quindi le Unioni vanno fatte, ma i Comuni non le mettono in piedi non perché non le vogliono fare, ma perché non ci sono le norme che consentono di farle bene”. A
Così il presidente del Cal (Consiglio delle autonomie locali), Giuseppe Casti, intervenuto anche lui alla conferenza: “Credo che oggi debba essere lanciato un messaggio. Chiediamo che nella prossima legge di stabilità non ci siano essere ulteriori tagli e contrazioni di trasferimenti nei confronti degli enti locali, soprattutto di quelli più piccoli. Le difficoltà sono tante e si stanno acuendo soprattutto per i piccoli comuni – sottolinea Casti – Non c’è più possibilità di amministrare gli enti locali che sono molte volte al di sotto dei tremila e mille abitanti, perchè i Comuni sono strangolati pesantemente dal patto di stabilità e dai tagli che continuano ad arrivare”.