Il mondo delle campagne è in rivolta e a finire nel mirino dei Agrinsieme Sardegna, che riunisce sotto un’unica sigla Confagricoltura, Cia, Copagri, Legacoop, Agci e Confcooperative, è la Regione colpevole di “non aver avviato nessun confronto sui temi chiave dell’agricoltura”. Ora Agrinsieme cerca di sbloccare la situazione con la richiesta di un incontro con i capigruppo in Consiglio regionale. “Il lassismo dell’esecutivo – ha spiegato il presidente Luca Sanna – con conseguente assenza di una programmazione agricola e della indispensabile dialettica sindacale ci hanno spinto verso questa soluzione. Non si può più navigare in questo mare in tempesta senza alcun confronto che porti a superare vecchie e nuove criticità”.
Giunta sotto accusa per “il mancato invito all’incontro con le forze sociali sull’utilizzo dei fondi Bei, il mancato coinvolgimento sui provvedimenti di emergenza, il rapporto sporadico e improduttiva con l’assessora all’Agricoltura”. Secondo l’organizzazione non si ravvisa una vera e propria linea strategica. Tra i problemi anche quelli dei pagamenti: “A ottobre – accusa Agrinsieme – le imprese agricole non sanno se saranno pagate da Argea regionale o Agea nazionale”. A questo si aggiunge che non c’è “nessun monitoraggio per lo smaltimento delle oltre 98mila pratiche arretrate”.
Sulla riforma delle Agenzie agricole (Laore, Argea e Agris) “non esiste ancora un atto ufficiale della Regione, sulla base del quale esprimere un giudizio mentre, con semplici atti amministrativi o note di indirizzo, si tenta di sconvolgere l’attuale assetto”. Ancora incerto in questo contesto, il destino dei lavoratori ex Ara (Associazione regionale allevatori) e Apa (Associazione provinciale allevatori). Per quanto riguarda il settore dell’allevamento “in relazione alla crisi che ha investito lo scorso anno il comparto lattiero-caseario ovicaprino, non si conosce nessuna azione politica ed amministrativa regionale volta alla rimozione dei nodi strutturali del comparto”.
E ancora: “Il comparto suinicolo, che finalmente sembra aver superato il virus della Peste suina africana presente in Sardegna dal 1978, è purtroppo bloccato dall’inattività della Giunta regionale che deve mettere subito in campo le necessarie azioni politiche, per azzerare i divieti della Commissione europea che impediscono la vendita fuori Sardegna di carne di maiale e derivati. Al contempo è fondamentale che l’esecutivo regionale riprenda in mano la legge sulla suinicoltura, approvata dal Consiglio nell’agosto 2018, così da predisporre gli atti attuativi con relative disponibilità finanziarie“.