Programmazione e Sanità nelle mani di Pigliaru

Francesco Pigliaru dovrebbe indicare non solo l’assessore alla Programmazione ma anche quello alla Sanità. L’obiettivo è avviare da subito una cura choc per l’economia.

Due deleghe-chiave nella disponibilità esclusiva del governatore: Francesco Pigliaru potrebbe scegliere non solo l’assessore alla Programmazione, ma anche quello alla Sanità. È questo il nuovo schema che sta prendendo corpo nelle trattative per la formazione della Giunta regionale. Si tratta delle due leve essenziali per avviare una cura choc che rilanci l’economia dell’Isola. L’assistenza ospedaliera e la spesa farmaceutica valgono il 45 per cento del bilancio sardo (circa 3,5 miliardi su 8) e dal 2008 al 2012 il disavanzo del settore è passato da 76 a 360 milioni, senza che ciò abbia determinato un miglioramento dei servizi.

Ecco dunque la necessità di tenere in pugno entrambe le leve: la Programmazione, infatti, dovrà inevitabilmente rimodulare la gestione delle risorse in base a come verrà riorganizzata la Sanità, la quale, per via della Vertenza entrate, è interamente a carico delle casse regionali. Tanto che Pigliaru ha già sollecitato un incontro al premier Renzi, con l’obiettivo di modificare il patto di stabilità e garantire alla Sardegna 1,2 miliardi di maggiori spese. Non solo: il coordinamento dei due assessorati appare una conseguenza diretta del cosiddetto “metodo Pigliaru”: efficienza, competenza e la richiesta ai partiti di fondare le proprie scelte non privilegiando gli assetti interni ma i curricula.

Il nuovo schema tiene conto anche del verdetto delle urne. Il governatore è stato determinante per la vittoria della coalizione: il centrosinistra ha preso meno preferenze del centrodestra ma alla fine ha prevalso grazie al voto disgiunto che ha premiato Pigliaru e penalizzato Cappellacci. Il presidente, dal canto suo, deve trovare un punto di equilibrio tra le esigenze delle forze politiche, l’importanza del loro apporto elettorale e la necessità di tenere saldamente in mano il timone della Regione.

Di qui i due assessorati chiave nella diretta disponibilità di Pigliaru e gli altri dieci indicati dai partiti secondo i rigorosi criteri fissati dal governatore. Quindi: quattro nomi saranno in quota Pd, due li sceglierà Sel, uno a testa per Partito dei Sardi, RossoMori, Centro Democratico e Sinistra sarda. Quanto ai nomi, si sa che l’economista Raffaele Paci è  l’assessore in pectore alla Programmazione, mentre è ancora indefinita la scelta per Sanità. All’indomani del voto era circolata l’ipotesi di Maria Del Zompo, docente di Farmacologia nella facoltà di Medicina a Cagliari.

Oggi intanto si apre una settimana decisiva. Alle 12 c’è il primo vertice tra i 18 neoconsiglieri regionali del Pd. Ma, secondo alcune indiscrezioni, il partito potrebbe salire a 19 seggi col riconteggio delle schede nulle. Certo è che i democratici non dovranno parlare solo di assessorati, ma andrà trovata una linea comune pure sulla scelta del nuovo presidente del Consiglio. Gianfranco Ganau resta in pole: vero che ha a suo carico due rinvii a giudizio, ma il sindaco di Sassari (ancora per qualche giorno, poi dovrà dimettersi) è stato il più votato di queste elezioni, con oltre 10mila preferenze. Nel Pd non ci sono contrari sulla presidenza di Ganau, ma si tratta di capire gli orientamenti delle forze alleate. In serata, nella sede del comitato elettorale in via XX settembre, Pigliaru incontrerà una delegazione del Partito democratico. Già stamattina, invece, toccherà a Idv-Verdi e Upc: entrambe le forze politiche hanno conquistato un seggio a testa, ma non avranno diritto ad alcun posto in Giunta.

Il centrosinistra ha quindi un’altra settimana a disposizione per trovare la quadra. Non fosse altro che la proclamazione degli eletti in Consiglio regionale dovrebbe avvenire dal 10 marzo in poi. A quel punto tocca al governatore convocare, entro i successivi venti giorni, la prima seduta dell’Assemblea, durante la quale sarà votato anche il presidente. Pigliaru, comunque, ha già fatto sapere che accorcerà i tempi. Pure nella presentazione della Giunta che, per prassi, si insedia prima del Consiglio.

Alessandra Carta

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