Per ora nessuna smobilitazione dei presìdi di Sassari e Cagliari, sul tetto del duomo e nel capoluogo davanti alla sede della Regione, nonostante la sollecitazione arrivata dall’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu, che ha parlato ai manifestanti, ma qualche passo in avanti è stato fatto anche oggi nel tavolo partenariale per l’attuazione delle politiche di reimpiego dei 520 lavoratori del Parco Geominerario provenienti dall’ex Bacino Ati Ifras. Una riunione coordinata dallo stesso assessore Spanu, alla presenza di Cgil Filcams, Cis Fisascat, UilTucs, Ugl e degli enti e strutture regionali con competenze nella gestione di questa fase transitoria. Prossima riunione il 6 novembre alle ore 15. In merito alle diverse situazioni in campo, Igea ha assunto 26 lavoratori, mentre per l’assunzione degli altri 36 si è in attesa della disponibilità dei mezzi di lavoro ancora in possesso della società Ifras.
Nel frattempo è stata programmata l’assunzione tra dicembre e gennaio di altri 56 lavoratori che faranno salire il totale degli assunti a 118 persone. Su questo punto i rappresentanti dei lavoratori hanno richiesto, per accelerare nei prossimi giorni i tempi di assunzione, di avviarli direttamente ai corsi di formazione per l’inserimento. Per il bando Aspal enti locali sono, invece, sette i progetti d’intervento ammessi, che si stima possano accogliere 222 lavoratori che potrebbero essere operativi tra sette settimane. Gli enti e amministrazioni locali interessate sono il Consorzio Parco Monte Arci (126 lavoratori), il Parco regionale naturale Porto Conte (25 lavoratori), la Fondazione Cammino di S.Barbara (20 lavoratori), la Domus Acqua (31 lavoratori), l’associazione Miniere Rosas (8 lavoratori), il Comune di Iglesias (11 lavoratori) e il Comune di Gadoni (un lavoratore). Sul progetto presentato dal Parco Geominerario, rappresentato nella riunione odierna dal commissario Tarcisio Agus, è stata richiesta l’integrazione e la certificazione sulla capacità assunzionale. Pertanto nei prossimi giorni verrà sollecitato il parere al ministero dell’Ambiente e garantita l’assistenza al Parco per poter adeguare il progetto e partecipare a nuova manifestazione di interesse. Il Tavolo, unanimemente, ritiene essenziale, già da questa fase, il coinvolgimento attivo del Parco.
In merito alle procedure di esodo, l’Insar, lo scorso 28 settembre, ha incontrato le organizzazioni sindacali per condividere e concordare sia la bozza di accordo transattivo da definire con gli aderenti al piano dell’esodo, che il calendario degli incontri per apporre le firma da parte dei rispettivi associati. Il piano dell’esodo prevede il coinvolgimento di 136 lavoratori. È stato preso l’impegno anche per dare un’accelerazione ai pagamenti verso Ati Ifras e per i crediti vantati dai lavoratori.
Soddisfatti i sindacati, ma con qualche distinguo. “Nel complesso è andata abbastanza bene – dice all’ANSA Simone Testoni dell’Ugl – l’unico neo è rappresentato dal fatto che nessuna richiesta è arrivata dai Comuni del nord Sardegna sul bando per gli enti locali per ricollocare i lavoratori. Va bene che i Comuni di Sassari e Alghero hanno diversi problemi, ma con tutte le vertenze aperte che ci sono è assurdo non avere partecipato ad un bando così importante. Per questo motivo – spiega – abbiamo chiesto, tramite presidente dell’ente parco, di riaprire per pochi giorni il bando”. “Bene l’incontro di oggi, ma deve rimanere alta l’attenzione sull’andamento della vertenza – sostiene Cristiano Ardau della Uil -. Si sono registrati passi in avanti ma si attendono le assunzioni vere per sottrarre questi lavoratori dallo stato di disoccupazione. Deve essere una corsa contro il tempo per poter garantire la rioccupazione il prima possibile e vedere un serio rilancio del progetto. Le cose vanno fatte bene ma con estrema celerità, non dimenticando che 525 famiglie vivono situazioni di grande difficoltà economica”.