Gavino Sale entra in Consiglio regionale. Il leader storico dell’IRs mette il sigillo a un sogno accarezzato durante quarant’anni di militanza indipendentista e finalmente centrato. Ma questa legislatura si preannuncia anche come il quinquennio dei sassaresi. Perché nel capoluogo del Nord Ovest Sardegna non è nato solo il neogovernatore Francesco Pigliaru, ma anche il sindaco pd Gianfranco Ganau considerato, secondo indiscrezioni, il più probabile presidente dell’Aula.
Cominciando proprio da Ganau e leggendo in filigrana i risultati elettorali, a Sassari Pigliaru ha raccolto il distacco più clamoroso rispetto a Ugo Cappellacci, rimasto indietro di 12 punti. Vanno ancora scrutinate 3 sezioni su 383, ma la percentuale è di 49,38 contro 37,14. E se Ganau diventerà davvero il nuovo capo dell’assemblea legislativa, un sassarese torna a occupare la prima poltrona del Consiglio regionale a distanza di appena cinque anni, visto che Giacomo Spissu si era seduto lì ai tempi della giunta Soru. Dal 2004 al 2009.
Quanto a Sale, oggi era irrintracciabile: telefono spento per tutto il giorno, magari in attesa che la Corte d’appello metta fine allo spoglio delle 3.254 schede “commissariate” e ufficializzi i nomi degli eletti. Di certo, per Sale si tratta di un’elezione epocale, dopo l’alleanza altrettanto storica con Pigliaru. Il leader indipendentista si è preso non poche critiche quando ha confermato il suo sostegno elettorale all’economista di Sassari. Ma Sale è stato chiaro fin da subito, spiegando che la decisione di correre coi ‘partiti italiani’ fosse richiesta dalla “straordinarietà della crisi economica”.
Con l’elezione di Sale salgono a cinque gli onorevoli che vanno a rappresentare il polo sovranista-indipendentista, visto che due consiglieri a testa li hanno piazzati anche il Partito dei Sardi e i RossoMori, rispettivamente terza e quarta forza della coalizione, dopo Pd e Sel.
Alessandra Carta