Fusione aeroporti sardi, incognita sul piano della Regione: attesa la decisione dei giudici

di Vito Fiori

Per ora sono accantonati e, per certi versi, è meglio così. Su quei 30 milioni messi da parte dalla Regione, in attesa di essere “bonificati” alla società unica di gestione degli aeroporti sardi (F2i Ligantia, che già controlla gli scali di Alghero e Olbia e punta dritta verso Cagliari), infatti, rimane alta l’attenzione dei consiglieri di minoranza, oltre a quella della Corte dei conti. Per Roberto Li Gioi, presidente della commissione trasporti, “ok ai privati ma il pubblico deve poter esercitare una funzione di controllo”.

Su questo aspetto ci sarebbe da discutere, nel senso che i capitali immessi dalla Regione equivarrebbero a meno del 5 per cento del valore complessivo di F2i Ligantia (circa 800 milioni nel caso in cui a Geasar e Sogeaal dovesse aggiungersi anche Sogaer). Certo, si dirà che nei patti parasociali, ancora da scrivere e comunque della durata di 5 anni, il peso del pubblico potrebbe variare e che, quindi, la piccola quota azionaria potrebbe risultare determinante nelle scelte strategiche della company. Intanto, il 19 marzo prossimo, il tribunale di Cagliari, che aveva concesso la sospensiva alla fusione Geasar-Sogeaal accogliendo il ricorso della Regione, dovrebbe decidere nel merito.

Forte anche dei pareri negativi della Corte dei conti e dell’Enac (Ente nazionale dell’aviazione civile) sul progetto di fusione dei tre scali sardi. Tuttavia, sorprende, e non poco, il cambio di rotta della presidente Alessandra Todde, inizialmente contraria all’ipotesi di un monopolista a gestire il traffico aereo nell’isola, e ora invece propensa al matrimonio tra Regione ed F2i. Probabile, anzi sicuro, che sia stato il pressing del Pd a indurla a modificare la sua ostilità. D’altronde, e non è una novità, nel cda di F2i siede Giacomo Spissu, presidente della Fondazione Sardegna, e prima di lui Antonello Cabras, fermo restando che il vero sponsor dell’operazione è il senatore Graziano Delrio, uno dei big nazionali del Pd. Ma la Regione, come scrive sul suo blog Paolo Maninchedda, dovrebbe innanzitutto chiarire la sua posizione.

Si legge su “Sardegna e libertà” che l’avvocato Alfredo Racugno, docente di Diritto commerciale e tra gli autori (con i legali della Regione) del ricorso in tribunale, abbia chiesto alla presidente Todde se intenda proseguire nella causa contro il progetto di fusione degli scali del nord oppure rinunciarvi. Insomma, la governatrice è in cul de sac: deve decidere da che parte stare. O proseguire nella strada, peraltro già tracciata, del contenzioso o lasciar perdere e aspettare che tutto si compia, cioè che F2i fagociti anche lo scalo di Cagliari e la Regione entri in società con il cappello in mano.

Un dilemma da sciogliere quanto prima, e magari cominciando a valutare quali benefici trarrebbero i sardi dal gestore monopolista. La verità è che, a oggi, non c’è una visione né una strategia. Prima di investire 30 milioni in partecipazioni azionarie bisognerebbe lavorare in maniera diversa, e possibilmente più adeguata, sulla mobilità aerea, vero nodo dell’isola.

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