Fusione aeroporti, la mossa disperata di Solinas: lettera a Salvini “in difesa dei sardi”

Alessandra Carta

Le carte, ormai, sono scoperte: è diventata una questione squisitamente politica la contrarietà della Regione alla fusione degli aeroporti sardi. Dopo le mosse dell’assessore ai Trasporti, Antonio Moro, che a inizio maggio ha cominciato a mettersi di traverso, adesso è in partita anche il presidente Christian Solinas, mittente di una lettera inviata ieri al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Quello che sta prendendo forma è un patto Lega-Psd’Az da gestire anche in vista delle Regionali di febbraio 2024.

Nel mirino c’è F2ì Ligantia, la spa controllata dal Fondi italiani per le infrastrutture che in Italia è il maggior gestore indipendente di risorse destinate al settore, con una capacità di spesa superiore ai sette miliardi di euro. Nell’Isola F2i è già azionista di riferimento in Geasar e Sogeaal, le società che controllano rispettivamente gli scali di Olbia e Alghero, pronti a finire sotto l’ombrello di Nsa, la Nord Sardegna aeroporti. L’operazione da tempo era stata concordata con la Giunta Solinas. Poi l’improvviso cambio di rotta, anche con l’obiettivo di ritardare la cessione di Cagliari.

Nella sua lettera, Solinas chiede a Salvini “di voler rivalutare, vista la delicatezza e complessità delle questioni in argomento, il rinvio delle assemblee straordinarie convocate per lunedì 29 maggio, con all’ordine del giorno la fusione per incorporazione di Sogeaal in Geasar”. Il governatore ha chiesto due mesi di tempo. Sessanta giorni. Per fare cosa, però, non l’ha detto. La lettera è stata inviata anche al viceministro dei Trasporti, Galeazzo Bignami; al presidente della relativa commissione della Camera, Salvatore Deidda, sardo di Fdi; all’Enac, a F2i Ligantia e F2i Smeralda; a Geasar e Sogeaal.

La data del 29 maggio è stata fissata da F2i Ligantia da giorni, da quando in Consiglio regionale l’assessore Moro riferì che Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, attraverso il suo presidente Pierluigi Di Palma, aveva stoppato la fusione. Ma le cose non stavano esattamente così. L’Enac, semplicemente, rilevò il cambio di posizione da parte della Regione. Nulla di più. Anche se Moro, in Aula, tirò fuori la storia delle quote, sottolineando che, sempre in nome del popolo sardo, fosse un dovere chiedere per la parte pubblica una partecipazione superiore al 3,29 per cento. A stretto giro la risposta di F2i. Con il riordino dell’azionariato nella nuova Nsa, infatti, Sfirs e Camere di commercio di Nuoro e Sassari raccolgono insieme il 20,56 per cento. Quindi ben sopra la soglia del 10 rivendicata da Moro e Solinas.

Un capitolo a parte il ragionamento su Enac: Di Palma è in carica da maggio 2021. Quindi nominato dal precedente governo di Mario Draghi. Adesso però risponde a Salvini, anche nel caso di un eventuale rinnovo, previsto tra un anno. Significa che il presidente di Enac potrebbe trovarsi in una posizione di debolezza rispetto alla politica. Tuttavia Di Palma ha il potere di bloccare l’operazione di fusione solo qualora ci siano violazioni di legge. Non per simpatia.

Solinas lo sa bene quali sono i poteri di Enac, cui non spetta di certo rinviare le assemblee straordinarie di F2i Ligantia perché lo chiede lui. Quindi nella missiva a Salvini il governatore prova di nuovo a buttarla sul tema della sardità, sempre fingendo di non capire che il gradimento personale di questo o quel partner privato non c’entra nulla con la legittimità (o meno) delle procedure. Il capo della Giunta scrive: “Resta un preliminare nodo politico fondamentale che involve interessi pubblici prevalenti e riguarda la visione strategica del sistema aeroportuale sardo, connessa all’affermazione del diritto costituzionalmente garantito alla mobilità e alla accessibilità dell’Isola”. Quindi ecco sollecitata la richiesta di “un preventivo confronto politico a livello governativo”, che però non è previsto da alcuna norma vigente. Si tratta solo di una mera posizione politica. Per di più discrezionale.

Quel che sembra certo riguarda F2i Ligantia: tra due giorni la fusione verrà sottoscritta dagli azionisti proprio nell’assemblea convocata per dare forma alla Nsa. Restano invece indecifrabili le reali ragioni che hanno spinto la Regione verso l’Aventino. In ambienti politici sardi, per la prima volta, si fa accenno a uno scenario legato al futuro di Solinas che conclude il proprio mandato tra otto mesi. Considerando che il presidente è a processo per abuso d’ufficio e ha ricevuto altri due avvisi di garanzia per corruzione e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, è difficile una sua ricandidatura. In caso di condanna, anche solo in primo grado, scatterebbe la sospensione dall’incarico per via della legge Severino. Significherebbe per l’Isola il ritorno alle urne.

In una situazione così delicata, la corsa di bis di Solinas è improbabile. Ma il governatore, allo stesso tempo, non ha un lavoro e quindi deve costruirsi una pista di atterraggio. Vuol dire ‘barattare’ la non ricandidatura con una ricollocazione possibilmente prestigiosa. Magari proprio nel sistema aeroportuale. Si tratta di un’ipotesi. Ma non remota, visto che i giochi per le Regionali del 2024 si decidono a breve.

Alessandra Carta

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