Un candidato governatore “quasi certo”: Paolo Maninchedda. Uno spazio (non ancora certo, ma possibile) all’interno della coalizione di centrosinistra per evitare il rischio di “restare a bocca asciutta”. Sono due punti della road map del nascente “Partito dei sardi” esposti a l’Unione sarda oggi in edicola da Franciscu Sedda, intellettuale di punta del movimento, in un’intervista a Giorgio Pisano.
L’intervista viene pubblicata alla vigilia della prima uscita ufficiale del Partito dei sardi prevista per domani alle 10 nel centro servizi del Nuraghe Losa. Vi parteciperanno, oltre a Sedda e a Maninchedda, anche diversi amministratori locali e imprenditori. Secondo la Nuova Sardegna, potrebbe esserci anche Antonello Cabras, l’ex senatore del Partito democratico di recente nominato presidente della Fondazione del Banco di Sardegna.
Il nodo più importane da sciogliere resta l’ingresso del Partito dei sardi nella coalizione del centrosinistra. Secondo Sedda non dovrebbero esserci problemi: “Anche perché – dice nell’intervista – il nostro programma di governo ha molti punti in comune con quell’area”. In realtà qualche problema c’è. Ed è rappresentato soprattutto dai Rossomori che non sopportano l’idea di ritrovarsi quel Paolo Maninchedda che restò nel Psd’Az dopo l’alleanza con Silvio Berlusconi e che solo negli ultimi mesi si è allontanato dalla maggioranza che sostiene Ugo Cappellacci e dal partito.
L’altro problema per il nascente Partito dei sardi è l’operazione politica avviata da Progres con l’ormai quasi certa candidatura di Michela Murgia alla carica di governatore. Sedda è stato tra i fondatori di Progres, poi è uscito dall’organizzazione. I rapporti attualmente sono pessimi. Non a caso nell’intervista liquida freddamente la candidatura della Murgia (“È una libera cittadina, siamo in democrazia e dunque può fare quello che crede”) e dà una motivazione ‘al veleno’ della sua uscita da Progres: “Non mi piace un indipendentismo che si parla addosso, che si chiude nel fortino della purezza ideologica per guardarsi allo specchio. Preferisco scendere in piazza per conquistarmi la fiducia di quelli che ancora indipendentisti non sono; preferisco parlare ai sardi, a tutti i sardi, senza fare le pagelle dei buoni e cattivi o la selezione sulle aree di provenienza”.