Forza Italia, ritorno all’anno zero. “Ora lavoriamo per rilanciare il partito”

Prove di rilancio per Forza Italia in Sardegna, dove per ora sembra che i “ricostruttori” di Raffaele Fitto non abbiano attecchito seppure è innegabile che vi sia stata, non tanto tempo fa, una vicinanza politica tra lo stesso Fitto e l’europarlamentare sardo Salvatore Cicu. Lo stesso che oggi, però, è impegnato a dare nuovo slancio al partito – inteso come quello che riconosce la guida di Silvio Berlusconi, in attesa del suo ritorno in campo a tutti gli effetti – attraverso l’individuazione di un progetto politico alternativo al centrosinistra e quindi anche di una nuova guida regionale. Giunti al terzo incontro al vertice, i massimi rappresentanti del partito in Sardegna Salvatore Cicu, Ugo Cappellacci, Emilio Floris, Settimo Nizzi, Pietro Pittalis e Paolo Vella stanno ponendo le basi per riaggregare il territorio e questa settimana ci sarà un nuovo incontro con il gruppo consiliare per stringere i tempia anche in vista dell’appuntamento elettorale delle amministrative di maggio 2015. Un passaggio fondamentale è rappresentato anche dalla scelta del nuovo coordinatore regionale, decisione che spetta al presidente Berlusconi ma che avrà un input dalla Sardegna. Ormai archiviata la fase di un’ipotesi transitoria commissariale affidata al parlamentare Vella, oggi si cerca un nome che unisce, forse proprio uno degli esponenti del gruppo dirigente regionale di Forza Italia che ieri ha fatto il punto sulle nuove prospettive politiche del partito in Sardegna.

Due i punti fermi sui quali si è concentrato l’incontro: In primo luogo, la profonda consapevolezza dello stato di crisi strutturale e di paralisi economica che attraversa la Sardegna in questo periodo – si legge in una nota di Forza Italia – in secondo luogo la necessità di assumere una responsabilità programmatica immediata su quanto sta avvenendo nelle comunità sarde, ripartendo da un progetto politico di largo cambiamento, in grado di tradursi rapidamente in una proposta politica di governo alternativo al centrosinistra sardo elitario, immobilista e incapace di assumere qualsiasi responsabilità di governo”. Per i vertici Fi questo significa “volontà di rinnovamento che parta anzitutto da un’idea di Sardegna vicina alla gente”, ai giovani e alle imprese, anche sul versante burocratico, ma anche “ripartire da un’azione politica unitaria, ritornando ad un largo radicamento del partito sul territorio sardo, sia in termini di organizzazione e comunicazione con l’elettorato, sia in termini di riconoscimento di una classe dirigente che esiste, ad iniziare dagli amministratori locali, determinanti nella loro funzione di raccordo e di dialogo con le comunità”. Nel frattempo, anche in vista delle elezioni di maggio, verrà aperto un dialogo con gli alleati per costruire, oltre che all’interno del partito, una “coesione di intenti fondamentale per tornare a dare rappresentanza ad un popolo che in Sardegna e in Italia continua ad essere maggioritario”.

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