Fondo da 200 milioni: ok dal Consiglio. Ieri l’unanimità, oggi lo scontro sul Ppr

Il Consiglio regionale ieri sera ha approvato all’unanimità la legge sul Fondo dei fondi. Maggioranza e opposizione hanno dato il via libera all’accordo con Regione-Banca europea degli investimenti che prevede l’istituzione di un fondo da 200 milioni di euro (100 li mette la Regione e 100 la Bei) a beneficio delle imprese per accedere al credito con facilità. Queste le regole: 24 mesi di pre-ammortamento e 15 anni per restituire prestiti fino a 5 milioni di euro. La concessione sarà a tasso zero con intervento regionale sotto forma di abbuono di interessi o di contributo in conto capitale sino alla concorrenza di 800mila euro. Possono accedere tutte le categorie economiche, aziende di qualsiasi dimensione, con particolare attenzione per i settori del turismo, dell’agroalimentare e della sanità.

Lo strumento prevede l’accesso al credito anche per le aziende prive di merito bancario. In Aula l’assessore al Bilancio, Giuseppe Fasolino, ha ricordato come la Regione sarda sia stata la prima in Italia a concludere l’accordo con la Bei. Inoltre, “non possiamo permetterci di rifiutare le opportunità che ci arrivano dall’Europa e i dati dell’economia sarda ci dicono che la crisi è strutturale e non soltanto emergenziale”, ha concluso. “Si tratta – ha commentato a fine seduta il presidente del Consiglio, Michele Pais -, di un altro provvedimento per aiutare la nostra isola in questo momento post Covid. Ma il DL 171/a è solo un altro passo per aiutare la Sardegna a ripartire. Lunedì arriverà in Aula la Legge quadro sulle azioni di sostegno al sistema economico della Sardegna e a salvaguardia del lavoro a seguito dell’emergenza epidemiologica. I capigruppo hanno concordato la sua approvazione nel più breve tempo possibile. La Sardegna non può aspettare”.

Questo clima di collaborazione oggi lascerà spazio allo scontro sul Ppr. La maggioranza riporta in Aula l’interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale finalizzata alla realizzazione della Sassari-Alghero su cui grava il parere negativo del Mibact. Ma proprio oggi il Consiglio dei ministri potrebbe sbloccare lo stesso tratto della quattro corsie che insiste sulla fascia costiera e, per questo, bocciato sulla base delle regole vigenti del Piano paesaggistico regionale. Dopo una maratona in Aula, sabato scorso l’ostruzionismo dell’opposizione era riuscito a far saltare il banco e rinviare tutto. Ma sono passati pochi giorni e l’interpretazione del Ppr che sbloccherebbe il cantiere stradale vicino al mare torna al centro del dibattito in Aula.

Fuori dall’Aula arriva l’opposizione netta della Cgil: “Una norma sospetta, forse inutile, probabilmente dannosa”. Il segretario regionale Michele Carrus si oppone all’operazione della maggioranza.  “È davvero singolare che pensino di poter reinterpretare unilateralmente a livello regionale una disciplina di rango costituzionale qual è il Ppr – osserva Carrus -, e lo è ancor più il contenuto della norma che, come l’uovo di colombo, pretende di consentire quel che oggi la legge vieta ma che ieri si poteva fare perché la legge non c’era. Sembra un escamotage ridicolo, ma forse non servirà neppure a risolvere il problema da cui origina, stando alle dichiarazioni dei proponenti, ovvero la necessità di fare un’intesa fra Enti locali, Regione e Governo per poter completare la strada Sassari-Alghero“.

Il timore del sindacato è che, “al di là delle intenzioni, sotto la norma si nascondano i soliti appetiti edilizi speculativi, soprattutto sulle coste, poiché è un sostanziale lasciapassare per la continua manomissione del Ppr. Dovremmo invece essere orgogliosi di averlo, perché difende il nostro patrimonio paesaggistico e culturale, un bene comune condiviso fra generazioni che nessuna ha il diritto di espropriare alle altre”. Per il segretario della Cgil, Michele Carrus, “quando le opere che comportano la trasformazione del territorio hanno un impatto rilevante, devono esserci forti motivazioni e ampia condivisione, anche attraverso gli accordi inter-istituzionali che coinvolgono i diversi livelli di governo interessati, trattandosi di materia di rilevanza costituzionale, senza cercare scorciatoie”. Perciò la Cgil considera “sospetto che si utilizzi il bisogno di completare un’arteria stradale come quella per Alghero, per portare un attacco ai principi anziché perseguire l’intesa istituzionale che, probabilmente, non potrà essere aggirata in ogni caso”.

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