Sfilata di testimoni a difesa dell’ex consigliere regionale del Psi, Pierangelo Masia, questa mattina davanti ai giudici della Prima sezione penale del Tribunale, al processo che vede coinvolti 17 esponenti del Gruppo Misto della XIII legislatura, accusati di peculato nell’ambito della prima inchiesta sui fondi ai gruppi. All’esponente socialista la Procura contesta spese illegittime per circa 70 mila euro. Davanti ai giudici, i vari testimoni hanno confermato che Masia spendeva sempre per l’organizzazione di incontri in varie zone della Sardegna legati alla sua attività politica. Dei venti politici finiti nella prima inchiesta sul presunto utilizzo illecito dei fondi è stata stralciata la posizione degli ex consiglieri Renato Lai e Peppino Balia, mentre è già stato condannato in abbreviato l’ex capogruppo dell’Idv Adriano Salis. In un altro processo è imputato l’ex senatore del Pdl Silvestro Ladu. Deceduto Giuseppe Giorico, nel processo principale – quello dove oggi è stata esaminata la posizione di Masia – restano imputati Oscar Cherchi (Pdl), Mario Floris (Uds), Giommaria Uggias (Idv), Salvatore Amadu (Pdl), Alberto Randazzo (Udc), Giuseppe Atzeri (Psd’az), Maria Grazia Caligaris, Raimondo Ibba, Raffaele Farigu, (Socialisti), Carmelo Cachia (Pd), e Sergio Marracini (Udeur), Salvatore Serra (Sinistra Autonomista) e Vittorio Randazzo (Udc). Stralciata, ma sempre davanti al collegio della prima sezione presieduto da Mauro Grandesso, anche la posizione del consigliere Beniamino Scarpa (ex Psd’Az e attuale sindaco di Porto Torres). Prossima udienza il 6 febbraio ancora per testimoni a difesa di Masia.
Sardinia Post si ferma, la solidarietà della Giunta Todde
La presidente Alessandra Todde e tutta la Giunta regionale esprimono la loro vicinanza ai giornalisti di Sardinia Post, rimasti senza lavoro…