Fine vita, via libera da medici e infermieri sardi alla proposta di legge dell’associazione Coscioni

La commissione Sanità del Consiglio regionale incassa il primo via libera dagli operatori del sistema sanitario sulla proposta di legge che stabilisce tempi e procedure sul suicidio medicalmente assistito. A favore della norma redatta dall’associazione Luca Coscioni, e portata in commissione dai gruppi di maggioranza, si sono pronunciati questa mattina i rappresentanti degli ordini regionali dei medici e degli infermieri. Per i sanitari, il sentire comune, “si tratta di un’iniziativa da condividere pur nella consapevolezza che sulla materia sarebbe necessario un intervento legislativo del Parlamento in modo da evitare una disciplina frammentata su un tema così importante”. I rappresentanti degli ordini dei medici hanno quindi suggerito alla commissione una valutazione più approfondita sui tempi indicati in legge, 20 giorni, tra la presentazione della domanda e l’erogazione del trattamento di suicidio assistito al paziente che ne fa richiesta: “Venti giorni sono pochi – hanno rimarcato i presidenti degli Ordini dei medici di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari, Emilio Montaldo, Giovanna Meconcelli, Maria Maddalena Giobbe e Salvatore Lorenzoni -. Riunire commissione medica e comitato etico in un lasso di tempo così breve sarà molto difficile”. Nulla da obiettare invece sulla decisione di intervenire sulla materia con una legge regionale: “L’iniziativa delle regioni può rappresentare uno stimolo a legiferare nei confronti del Parlamento che, a distanza di sei anni dalla sentenza della Consulta, non si è ancora pronunciato su un tema di tale portata”.

Favorevoli alla proposta anche i rappresentanti provinciali dell’Ordine degli infermieri, Gianluca Chelo (Sassari), Raffaele Secci (Oristano), Francesca Cottogno (Cagliari) e Graziano Lebiu (Sulcis): “Bene il riconoscimento del nostro ruolo- hanno detto- per operare in un campo così delicato sarebbe utile individuare percorsi di formazione specialistici e un protocollo di intervento chiaro e condiviso”. Dagli infermieri è arrivato inoltre l’invito a prevedere un ruolo anche per i medici di famiglia che per i pazienti rappresentano la prima figura di riferimento: “Siamo favorevoli a questa proposta di legge – ha spiegato Chelo – è un tentativo coraggioso e doveroso di dare attuazione a una sentenza che riconosce un diritto fondamentale delle persone”. Durante le audizioni sono intervenuti i consiglieri di opposizione Corrado Meloni (FdI) e Umberto Ticca (Riformatori) e, per la maggioranza, Peppino Canu (Sinistra Futura). I primi due hanno contestato la decisione della commissione di portare in discussione la proposta: “La legge verrà sicuramente impugnata – hanno spiegato Meloni e Ticca – su questa materia la competenza è dello Stato. Le regioni non possono intervenire come dimostra il caso della Toscana. Stiamo perdendo tempo”. Di diverso avviso l’esponente della maggioranza: “Questa legge non legifera sull’esistenza o meno del diritto che è già stato sancito dalla Consulta, qui si vuole solo individuare un percorso per non ostacolare la volontà dei pazienti che decidono di ricorrere al suicidio assistito”. Anche per la dem Carla Fundoni, presidente del parlamentino, “non c’è nessuna perdita di tempo. Vogliamo dar voce ai tanti malati che non hanno accesso alle cure. Non so se la legge verrà impugnata, in ogni caso discutere di questi temi è utile per sensibilizzare le coscienze”. Le audizioni della commissione proseguiranno la prossima settimana.

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