Proseguono nella commissione Sanità del Consiglio regionale le audizioni sulla proposta di legge sul “fine vita”. Provvedimento sottoscritto da tutti i capigruppo del centrosinistra che norma tempi e procedure sul suicidio medicalmente assistito, diritto riconosciuto nel 2019 da una sentenza della Corte Costituzionale. Il parlamentino presieduto dalla dem Carla Fundoni ha sentito questa mattina il coordinatore regionale del Tavolo tecnico per le cure palliative Salvatore Salis, e i rappresentanti dell’Ordine regionale psicologi, della Società italiana di psichiatria e della Società italiana di neurologia.
Salis, che è anche direttore dell’hospice della Asl di Nuoro, ha incentrato il suo intervento sulla necessità di trattare l’argomento tenendo conto di tutte le problematiche che ruotano intorno a un tema di così grande rilevanza: “Quando si parla di fine vita – ha spiegato – bisogna intanto tenere ben presenti i diritti del paziente a non avere dolore, a una buona comunicazione, alla qualità della vita e, nell’ultima fase della malattia, alla sedazione. Un ruolo importante in tutto questo lo svolgono i medici che devono avere un approccio professionale e umano con i pazienti”. Salis ha poi illustrato il lavoro che in questi mesi sta portando avanti il Tavolo sulle cure palliative: “L’obiettivo nei prossimi tre anni è di raggiungere il 90% dei pazienti. Oggi le cure palliative in Sardegna possono essere somministrate a macchia di leopardo. Ci sono diverse eccellenze ma anche territori scoperti, occorre fare di più. Il paziente deve essere messo nelle condizioni di fare una scelta consapevole e libera e decidere se ricorrere alle cure palliative o al suicidio assistito”.
Apprezzamento per l’iniziativa legislativa è stato espresso da Tullio Garau e Lorena Urrai, rispettivamente presidente e consigliera dell’Ordine degli psicologi: “Bene la previsione di uno psicologo all’interno della commissione multidisciplinare che dovrà pronunciarsi sulle richieste di suicidio medicalmente assistito. Una figura fondamentale per il sostegno dei pazienti che devono fare una scelta così importante”. Gli psicologi hanno poi sottolineato l’importanza della formazione del personale e la necessità di approfondire il tema delle tempistiche tra la richiesta del paziente di ricorrere al suicidio assistito e la decisione finale: “Venti giorni potrebbero non essere sufficienti. In Sardegna inoltre sono pochi gli psicologi che lavorano nel sistema sanitario. In questo caso va valutata la possibilità di ricorrere alle prestazioni di colleghi provenienti da altre regioni”.
Sulla necessità di approfondire le tempistiche inserite nella proposta di legge si è espresso anche Bernardo Carpiniello, rappresentante della Società Italiana di psichiatria: “Il tempo previsto per arrivare a una decisione finale è troppo breve – ha rimarcato – in Sardegna c’è poco personale. E’ questa la ragione per cui, tra l’altro, si ha difficoltà a riunire le commissioni per l’invalidità civile. Di questo occorrerà tener conto”. Positivo infine il giudizio sulla proposta di legge anche da parte di Eleonora Cocco della Società italiana di neurologia, che ha sollecitato un’attenzione maggiore sul tema delle cure palliative: “Di solito si tende ad associarle alle patologie oncologiche, ma il tema del fine vita coinvolge tantissimi pazienti con malattie neurologiche. L’altro argomento da affrontare è quello del consenso: occorre pensare a una pianificazione anticipata altrimenti si rischia, con la degenerazione di alcune patologie, che il malato non possa più esprimere la sua volontà facendo venir meno il principio di autodeterminazione”. Le audizioni della commissione si concluderanno la prossima settimana con i rappresentanti di anestesisti e rianimatori, e del Comitato di bioetica.