La Finanziaria 2013 è da riscrivere totalmente. Occorre iniziare una lotta agli sprechi e puntare su politiche attive per il lavoro. Una revisione profonda anche per quanto riguarda leva fiscale su Irap, Imu e accise, una Manovra da ripulire e da approvare in fretta per evitare l’esercizio provvisorio, dando priorità, ancora una volta, a lavoro, diritti sociali, sanità, istruzione-formazione e alle opere immediatamente cantierabili attraverso gli Enti locali. Non fanno sconti alla politica regionale i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil che oggi sono stati sentiti in audizione dalla commissione Bilancio del Consiglio regionale.
“Abbiamo espresso grande insoddisfazione rispetto alle scelte di metodo e di merito – spiega il leader della Cgil Michele Carrus – Siamo davanti ad una Finanziaria senz’anima che offre una manciata di soldi, 100 milioni appena manovrabili, e che assomiglia ad un compitino contraddistinto da tagli lineari alle spese senza alcuna ragionevolezza”. Preoccupa, per il segretario della Cgil, “la crescita poco controllata della spesa sanitaria che è frutto – spiega – di un’assistenza monetarizzata e non basata sull’offerta dei servizi nei territori. È sconcertante, poi, rilevare l’assenza di sufficienti risorse, soprattutto in questo momento drammatico per la Sardegna, per la difesa del territorio dal rischio idrogeologico in generale e, in particolare, per l’Ente foreste, che non può svolgere nemmeno le attività ordinarie”. Ai tre sindacati non piacciono le scelte fatte sui fondi per lo sviluppo (60 milioni) e per le politiche attive per il lavoro con l’accenno ad un utilizzo eventuale per pagare gli ammortizzatori sociali (45 milioni). “Così si rischia di non centrare gli obiettivi che ci si è posti anche se la filosofia è positiva – sottolinea Ignazio Ganga della Cisl – Serve allentare subito gli effetti del patto di stabilità che non solo è un elemento distorsivo della spesa, ma anche la principale causa della creazione di residui. È necessaria inoltre una selettività sugli strumenti fiscali che devono essere orientati a creare nuova occupazione o a premiare le imprese che innovano. Quello che non serve – chiarisce – è un taglio lineare sulle spese, piuttosto sarebbe meglio una lotta agli sprechi”. Pollice verso anche da Terenzio Calledda della Uil. “E’ una Manovra senza coraggio sul piano dei tagli alle spese improduttive, come i posti di sottogoverno – attacca – Assistiamo invece a tagli lineari senza nessun criterio. Mancano i fondi per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio, mentre il piano per il lavoro rimane inattuato e i 45 milioni stanziati per le politiche attive e passive cozzano con i 230 milioni richiesti per pagare i soli sussidi di Cig e mobilità”.