Al via nell’aula del Consiglio regionale il dibattito sull’articolato della Finanziaria da circa 10 miliardi di euro. Blindato l’accordo tra schieramenti per un’approvazione rapida della legge, il via libera al provvedimento dovrebbe arrivare nella notte di giovedì dopo una no-stop di tre giorni. Minoranze che nella discussione di questa mattina non hanno comunque abdicato al loro ruolo, attaccando duramente la manovra durante la discussione generale sull’articolo 1, in particolare rimarcando i ritardi della maggioranza resi plasticamente evidenti dal quarto mese di esercizio provvisorio: “Non si può restare indifferenti guardando il calendario – la stoccata di Fausto Piga, vicecapogruppo di Fdi e relatore di minoranza – oggi è il 15 aprile e trattiamo la manovra 2025 con un ritardo devastante. Credo che sia il momento che la presidente Alessandra Todde e la sua maggioranza facciano mea culpa, e non si commettano più questi errori. Chiunque avrà il privilegio di governare in futuro la Sardegna, non dovrà mai più arrivare a questi ritardi”.
Il lavoro dell’opposizione nei prossimi giorni “non sarà sicuramente quello di far perdere tempo alla Sardegna – aggiunge Piga – ma sarà quello di portare la voce dell’isola in quest’aula, quella voce che la maggioranza non ascolta o che fa finta di non sentire”. Per Piga “c’è il tempo per poter raggiungere una sintesi, ci auguriamo che i lavori possano svolgersi nel migliore modo possibile. Soprattutto l’auspicio è che la maggioranza garantisca il numero regale, perché noi non faremo ostruzionismo fine a se stesso”. Quindi Alessandro Sorgia della Lega: “Questo documento arriva in in aula con un forte ritardo, grave e ingiustificabile. Parliamo di ben quattro mesi di esercizio provvisorio, che dimostra ancora una volta, laddove ce ne fosse bisogno, tutta l’incapacità della presidente Todde e della sua maggioranza. Quattro mesi di assoluta incertezza, nei quali enti locali, famiglie e imprese, hanno aspettato risorse necessarie per garantire servizi e programmare interventi”.
Per Alice Aroni dell’Udc “non possiamo iniziare questa discussione facendo finta che questa situazione sia normale: non lo è, e non può diventarlo. Un bilancio approvato a metà aprile non è solo un problema tecnico, è il fallimento di una politica che ha smesso di dare risposte, che ha perso il senso del tempo e delle responsabilità. Per quattro lunghi mesi questa Regione ha operato in esercizio provvisorio, senza una pianificazione reale, senza certezze sulle risorse, sulle assegnazioni e sugli investimenti”. Questo significa che gli enti locali “hanno vissuto nell’incertezza, che settori strategici – pensando alla sanità, alla scuola e ai trasporti – hanno operato a vista, e che le famiglie, le imprese, le comunità che attendono interventi concreti sono rimaste a guardare”. Chiude Antonello Peru di Sardegna al centro 20venti: “Questo ritardo produrrà tangibili e preoccupanti problemi ai territori. L’incertezza dei fondi impedirà ai Comuni di pianificare, ci sarà un rischio concreto dell’accesso ai fondi europei, ci sarà un peggioramento dei servizi essenziali. Suggerisco un sussulto di dignità istituzionale, superate le vecchie logiche e concentratevi soprattutto sui reali bisogni della Sardegna”.