Finanziaria, gli alleati del Pd alla Giunta: “Bisogna alzare la voce con lo Stato”

Gli alleati del Pd nel centrosinistra sollecitano la Giunta ad alzare la voce con lo Stato sulla vertenza entrate e sugli accantonamenti e si dicono non pienamente soddisfatti dalla Finanziaria 2016. E’ il leitmotiv degli interventi dei capigruppo della maggioranza al termine della discussione generale sulla Manovra, sulla quale c’è stato il voto sul passaggio agli articoli conclusosi con 31 sì, 15 no e cinque astensioni (Psd’Az, Uds e il presidente del Consiglio Ganau). “Auspicavo una Finanziaria di sinistra – ha sottolineato Fabrizio Anedda del Pdci e capogruppo del Misto – ma sono stati lasciati solo gli spiccioli per gli emendamenti”.

“E’ un bilancio povero, con insufficienti stanziamenti per il bisogno primario di lavoro – ha incalzato Emilio Usula dei Rossomori, capogruppo di Soberania – Accantonamenti e risorse erariali rappresentano il più odioso patto di stabilità mentre sulla vertenza entrate forse siamo stati troppo deboli”. Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha chiesto “alzare la voce verso uno Stato sempre più patrigno”, e ha rimarcato l’esigenza di un “segnale forte per contrastare lo spopolamento”. Critiche anche da Sdl con il capogruppo Roberto Desini. “Non è la legge finanziaria che avrei voluto nei numeri e nelle disponibilità economiche – ha spiegato – ma non si dica che è una Manovra senz’anima”.  Anche l’esponente centrista della maggioranza ha ribadito che è necessaria una revisione del sistema degli accantonamenti per il quale “serve più determinazione”.

Uniche voci a favore all’interno del centrosinistra, quelle del capogruppo di Cps, Pierfranco Zanchetta, che ha ricordato lo stop all’aumento delle tasse e “l’impegno forte per la moralizzazione della spesa”, e del capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha puntato il faro sul problema della disoccupazione: “in questa Finanziaria – ha detto – esiste un progetto di visione della società”. Ha difeso la Manovra anche l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci. “Non c’è alcun trionfalismo, ma è falso dimenticare i segnali positivi che ci sono – ha osservato – meglio uno 0,1 in più che un segno meno, meglio un migliaio di occupati in più rispetto ad una riduzione dell’occupazione. L’Italia – ha rilevato l’esponente della Giunta – è riuscita a cambiare verso e finalmente assistiamo ad una ripresa del Pil e dell’occupazione anche in Sardegna. Ecco perché ci mettiamo il problema di sostenere questa ripresa con una Manovra che ovviamente non risolve tutto”. Bordate sulla Finanziaria da tutta l’opposizione. “La ripresa non c’è”, ha tagliato corto il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, mentre Attilio Dedoni, dei Riformatori, ha posto l’accento sulla possibilità di “recuperare un tesoretto andando a verificare consulenze, l’utilizzo del mutuo e l’apertura di un ufficio in Svizzera”. “E’ un bilancio della Quaresima – ha ribadito il capogruppo Udc Gianluigi Rubiu – che significa sacrifici, digiuno e astinenza”. Infine il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha garantito che “l’opposizione continuerà a fare il lavoro di verifica sulla Finanziaria, soprattutto perchè – ha spiegato – il problema dell’occupazione è stato messo da parte”. Domani mattina alle 9.30 si riunirà la commissione Bilancio per l’esame degli emendamenti, l’Aula invece è convocata per le 11 e si lavorerà sino alle 20.

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