Finanziaria entro giovedì, regge l’accordo anche sulla sanità: ritirati quasi tutti gli emendamenti

Regge l’accordo tra schieramenti – al di là degli attacchi inevitabili del centrodestra per salvare le apparenze – per consentire un’approvazione rapida in aula della Finanziaria da circa 10 miliardi di euro. Liquidato dopo una breve discussione il primo articolo della legge, il dibattito si è concentrato sul successivo, e delicato, capitolo sanità. Articolo decisivo per capire appunto se l’intesa è destinata a tenere, e sembra che sia così: è bastata una conferenza di capigruppo chiesta dal meloniano Paolo Truzzu durante la discussione che iniziava a registrare qualche frizione, per rinsaldare l’accordo. All’esito della riunione, infatti, tutte le forze politiche si sono affrettate a ritirare buona parte dei rispettivi emendamenti depositati all’articolo in questione.

Come detto, naturalmente non sono mancate dai banchi delle opposizioni le stoccate all’indirizzo della maggioranza, in particolare sulla recente richiesta di impugnazione della riforma dall’ufficio legislativo del ministero della Salute. “Da questa manovra emerge un’incapacità di visione e di mancanza di prospettiva rispetto ai problemi e alle soluzioni per il mondo della sanità – le parole di Corrado Meloni, esponente di Fdi -. E non posso non ribadire l’assurdità della riforma sanitaria, un pastrocchio amministrativo firmato dall’assessore Armando Bartolazzi“. L’unico interesse per Meloni “di questa ‘pseudo-riforma’, era quello della nomina dei commissari, tra l’altro non ancora avvenuta”.

Quindi Stefano Tunis di Sardegna al centro20venti: “Avete appena festeggiato un anno dall’inizio della vostra esperienza di governo, e, al di là dei toni celebrativi che hanno accompagnato l’evento del M5s a Nuoro, il dato che emerge è che rispetto alla popolarità dei presidenti di regione, Alessandra Todde si colloca nell”aurea mediocritas’ del decimo posto”. Nello stesso periodo, ricorda, “e dopo un anno di governo, il suo predecessore (Christian Solinas, ndr) si collocava al quarto posto in termini di fiducia. Se si continua su questa china, alla fine del mandato Todde sarà trentesima su venti regioni”.

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