“Si tratta di un’altra Finanziaria da elettrocardiogramma piatto: non si va oltre alla sanità e al pagamento degli stipendi della Regione, Enti e Agenzie”. E’ quanto afferma il presidente della Confcommercio Sardegna, Agostino Cicalò, in merito all’approvazione della Finanziaria 2016 da 7,4 miliardi da parte del Consiglio regionale. “Siamo ancora in attesa dei fondi per il tanto agognato sviluppo – osserva Cicalò – per il resto purtroppo si tratta di una replica di un modello che conosciamo da troppo tempo. Unico motivo di soddisfazione riguarda il recupero delle risorse che hanno scongiurato l’aumento delle tasse grazie all’impegno del Consiglio e in particolare della Commissione Bilancio. Ora – conclude il presidente regionale della Confcommercio – speriamo quanto meno che le poche risorse disponibili vengano spese al più presto e bene”.
“La Finanziaria 2016 è solo ordinaria manutenzione di bilancio”, dice invece il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis. “E’ una Finanziaria vuota e priva di reali contenuti perchè non affronta nessuna delle emergenze come il lavoro, il disagio sociale e le povertà. E non c’è alcun utile intervento per le politiche del sistema produttivo”. Secondo l’esponente dell’opposizione, “dall’agenda del presidente Pigliaru sono scomparse le parole artigianato, turismo, cooperazione, sistema agropastorale e trasporti. Insomma – conclude Pittalis – questa Finanziaria certifica, semmai ve ne fosse bisogno, il fallimento dei due anni della Giunta Pigliaru e della maggioranza di centrosinistra”.
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni critica invece poste in bilancio sui circoli degli emigrati nella Manovra finanziaria per il 2016. “Altro che ambasciatori della Sardegna nel mondo: gli emigrati, per la giunta Pigliaru, sono solo una seccatura di cui sbarazzarsi al più presto”, ha detto Dedoni. “L’assessore ha un bel da dire sulla Giunta che avrebbe a cuore i problemi dei nostri corregionali emigrati – aggiunge – in due anni l’esecutivo di centrosinistra è riuscito ad azzerare il sistema dei Circoli, tagliando tutti i ponti con i sardi emigrati. Certo, non si può dare torto a Paci quando afferma che i due milioni di euro stanziati per il 2016 sono sufficienti – prosegue Dedoni -. Probabilmente ne basterebbero anche meno, visto che ormai tutti o quasi i Circoli dei sardi nel mondo hanno dovuto chiudere a causa dei mancati finanziamenti della Regione. E non si parla tanto dei continui tagli in bilancio (solo lo scorso anno si è riusciti a ripristinare uno stanziamento di poco più di tre milioni grazie agli emendamenti dell’opposizione), ma soprattutto del fatto che le somme stanziate non vengono erogate: è proprio a causa dei ritardi nella spesa che dal 2014 i Circoli hanno cominciato a chiudere perché non riuscivano più a fare fronte alle spese per l’affitto dei locali”. Secondo Dedoni, “i primi tagli sono stati accompagnati dall’impegno, da parte dell’esecutivo, a presentare a stretto giro un disegno di legge di riforma del sistema dei Circoli. Non solo la proposta di riforma non si è vista ma, a due anni di distanza, non se ne sente più neanche parlare”.