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Fermo pesca, ricciai ancora al palo dopo 7 mesi. M5s: “Subito indennizzi”

Sono trascorsi sette mesi dal fermo pesca e i ricciai sono ancora in attesa di conoscere le attività alternative che dovrebbero consentire loro di ottenere gli indennizzi previsti. Questa mattina il consigliere regionale del M5s, Alessandro Solinas, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione e all’assessora all’Agricoltura, Gabriella Murgia: “Per i ricciai della Sardegna, e in particolare dell’Oristanese, nulla è cambiato dallo scorso gennaio, quando organizzarono una grande manifestazione di protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari. Le attività alternative che dovrebbero consentire ai pescatori di ricci di ottenere gli indennizzi previsti per il fermo pesca triennale non sono ancora state definite”.

Ma c’è di più, secondo Solinas: “L’assessorato all’agricoltura finora ha provveduto soltanto ad approvare le direttive per la pubblicazione dell’avviso di interesse da parte di Agris (Agenzia per la ricerca in agricoltura). Tuttavia, sono trascorsi già due mesi dall’adozione di tale provvedimento e ancora non si hanno notizie in merito alla pubblicazione dei bandi che dovrebbero consentire l’impiego dei pescatori in attività di monitoraggio e pulizia”. L’Agris, inoltre, “non ha provveduto a redigere il piano operativo degli interventi e di conseguenza alla definizione delle manifestazioni di interesse”. La situazione, di fatto, è bloccata da un anno, quando si era stabilito il fermo triennale. Ma poi la pesca era stata riaperta fino ad aprile, per lo stesso problema che si presenta adesso, cioè quando nessuna decisione è stata presa sugli indennizzi, facendo slittare lo stop triennale.

“Le risorse ci sono e sono già state impegnate – conclude Alessandro Solinas -, adesso è compito della Regione accelerare affinché i ricciai sardi che fino al 2025 dovranno rinunciare alla propria attività per favorire il ripopolamento dei nostri mari abbiano contezza di quali attività alternative andranno a svolgere in questo arco di tempo, e soprattutto affinché questi lavoratori possano ricevere in tempi celeri i dovuti indennizzi”.

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