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Fabbrica di armi a Domusnovas, la protesta dei pacifisti

10 Ottobre 2015 Politica
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La Tavola sarda della pace, il movimento sardo di pacifisti che da anni si batte contro le guerre nel mondo ha fatto tappa, questa mattina, alla RWM Italia di Domusnovas. Una cinquantina tra attivisti e simpatizzanti hanno attuato un sit in davanti all’ingresso dello stabilimento dove si producono esplosivi. Oggi, però, per ragioni di sicurezza, la produzione è stata sospesa. Ad accoglierli, oltre un nutrito schieramento di agenti della Polizia di Stato di Iglesias e Carabinieri di Iglesias e Cagliari, anche un gruppo di cittadini e amministratori di Domusnovas che non hanno condiviso la sortita dei pacifisti. Le argomentazioni della Tavola sarda della pace sono ormai note: “basta con le guerre che creano solo distruzione e morte. E basta anche con la produzione di strumenti di morte”.

Il sito produttivo di Domusnovas è stato individuato, dai pacifisti, come uno di quelli dove vengono prodotti una parte di questi strumenti. Paolo Pisu, coordinatore del movimento pacifista, chiede per la Sardegna invece “un modello di sviluppo eco sostenibile e a vocazione di pace. Siamo qui per dialogare. Non siamo contro i lavoratori o gli amministratori”. “ Sono trent’anni che stiamo aspettando le riconversioni industriali”, urla Gianni Congiu, ex minatore, presente anche lui questa mattina ma per ragioni opposte. “Hanno chiuso le miniere, aggiunge ancora l’ex minatore, poi sono nate le industrie di Portovesme. E hanno chiuso anche quelle. Abbiamo fatto oltre cento giorni di occupazione in miniera per un nuovo futuro. Ma di nuovo sviluppo non si è ancora visto niente. Ora vogliono chiudere anche questa?”.

Per Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione “Noi siamo la generazione responsabile del futuro prossimo della Sardegna e dei nostri figli”. Non ci sta ad assistere passivamente Attilio Stera, assessore all’industria del comune di Domusnovas ed ex consigliere provinciale: “Mi stupisce vedere oggi qui, tra questi pacifisti, l’ex consigliere provinciale Angelo Cremone che quando era consigliere provinciale votò insieme a me, nel 2011, a favore del Piano Strategico Provinciale. Nel Piano erano inserite, fra l’altro, anche tutte quelle opere pubbliche realizzate per agevolare il piano industriale di questa azienda perché potesse continuare a produrre. Un’azienda, aggiunge ancora Stera, che lavora nel pieno rispetto della legislazione nazionale ed europea con importanti ricadute occupazionali”.

Anche Gigi Rubiu, consigliere regionale, non nasconde il suo disappunto: “La verità è che il territorio è stato devastato, negli anni passati, da una politica irrazionale. Oggi però bisogna fare molta attenzione a come ci si muove. Le aziende richiedono tranquillità per lavorare. E non ci vuol nulla perché decidano di andare via. Lasciando miseria e disperazione”. Alla manifestazione è intervenuto anche il senatore Roberto Cotti del M5S che conferma le dichiarazioni rese in Commissione Difesa della Camera dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Danilo Errico secondo cui “non ci sono possibilità di ridurre gli spazi riservati attualmente ai poligoni e alle servitù militari”. Per Cotti la spiegazione è semplice: “Basta andare a vedere chi siede nei consigli di amministrazione delle più grosse società di armamenti e sistemi militari italiani. Molti di loro sono ex comandanti delle forze armate”.

Carlo Martinelli

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