Dopo quello al Tar Sardegna l’associazione per la tutela dei diritti dei sardi ha presentato un nuovo ricorso alla Corte costituzionale contro la legge elettorale italiana per il rinnovo del Parlamento europeo. L’obiettivo è quello di sempre: ottenere il riconoscimento alla Sardegna del diritto ad avere una riserva di un seggio per un rappresentante eletto nelle liste di un partito identitario. “Il ricorso – spiega il presidente dell’associazione Flavio Cabitza – chiama direttamente in causa lo Stato italiano in persona del legale rappresentante pro tempore, il presidente del Consiglio dei Ministri in carica e il ministro dell’Interno, ed è soprattutto un doveroso atto di civiltà poiché la legge attualmente in vigore minaccia l’uguaglianza e le libertà del diritto di voto dei sardi provocando una distorsione della loro rappresentanza come cittadini dell’Unione, ed altera in modo inaccettabile sia l’efficacia che l’effettività del proprio diritto di voto, anche in relazione alle norme speciali e derogatorie previste per alcune minoranze linguistiche come quella sarda”.
Le firme. Il ricorso, che è stato sottoscritto dallo stesso Cabitza e da Sarah Golme, Paolo Zedda, Pietro Murru, Antioco Patta, Diego Corraine, Mario Carboni e Andrea Pattarozzi, è stato presentato dagli avvocati Felice Besostri – uno dei promotori dell’azione giudiziaria che ha sancito l’incostituzionalità del Porcellum da parte della Consulta – Roberta Campesi e Luisa Armandi.