Europee, il commento: “Conquistare la fiducia degli elettori per combattere l’assenteismo al voto”

L’assenteismo elettorale è un fenomeno che preoccupa profondamente le democrazie moderne e le elezioni europee appena tenutesi ci hanno consegnato il dato peggiore della storia repubblicana: solo il 49,7% degli aventi diritto al voto si è presentato alle urne. Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a un costante calo dell’affluenza, ma il dato registrato in questa tornata elettorale è ben più basso di qualunque altra percentuale: meno di un italiano su due è andato a votare.

In un contesto politico complesso e in costante mutamento, l’assenteismo può essere attribuito a una varietà di fattori, tra cui principalmente la disillusione politica: molti elettori si sentono disillusi e cinici riguardo ai politici e ai partiti, percependo che nessuno rappresenti veramente i loro interessi. Questa radicale mancanza di fiducia può portare all’astensione come forma di protesta silenziosa, restituendo tuttavia un messaggio importante: la disillusione persistente può erodere la fiducia nelle istituzioni democratiche, portando a un ciclo di astensione e alienazione politica difficilmente recuperabile nel breve termine.

A ciò si accompagna un generale senso di inefficacia: alcuni elettori credono che il loro voto non farà alcuna differenza. Non votare equivale a lasciare che siano i voti altrui ad avere un peso, annullando preventivamente l’importanza della propria scelta.

Vi è poi la mancanza di informazione: sembra paradossale parlarne nel 2024, nell’era delle notizie facili e veloci. Eppure la mancanza di informazione sui candidati e sui loro programmi può portare molti elettori a non sapere effettivamente come indirizzare il proprio voto, persi tra innumerevoli slogan e programmi volutamente oscuri e reticenti.

Occorre sottolineare anche il fenomeno della partecipazione giovanile alle elezioni. Se ne parla da tantissimi anni, si cercano modi per attrarre i giovani verso la politica e far comprendere l’importanza di far sentire la propria voce. Davanti a un mondo politico spesso incapace di attrarre i giovani, in occasione delle elezioni europee si è cercato di risolvere il fenomeno del voto agli studenti fuorisede. Per la prima volta quasi 24 mila studenti hanno ottenuto il permesso di votare senza dover rientrare nel proprio comune di residenza. Tuttavia, questo numero corrisponde solo al 4 per cento dei circa 591 mila studenti fuorisede presenti in Italia e la procedura di accesso al voto non è stata tra le più agevoli, ostaggio di una burocrazia lenta e di problemi di coordinamento tra comuni.

I dati hanno comunque dimostrato una buona partecipazione dei giovani, ricordandoci però quanto lontani siamo ancora da un pieno coinvolgimento giovanile nel mondo politico. Potrebbero essere numerose le iniziative per migliorare la partecipazione dei giovani alla politica. Potenziare l’educazione civica nelle scuole contribuirebbe ad aumentare la consapevolezza politica e l’importanza del voto, consentendo ai giovani già in età adolescenziale di affacciarsi a un mondo che non appartiene solo agli adulti.

Facilitare la registrazione e il voto, rendere l’accesso ai seggi più semplice, magari attraverso l’uso di tecnologie digitali, coinvolgere attivamente i ragazzi, fornendo loro modi di esprimere le proprie opinioni e di sentirsi ascoltati dalle istituzioni: sono queste le chiavi di volta che potrebbero aiutare le giovani generazioni a interessarsi sempre di più alla politica.

L’assenteismo al voto non può essere risolto in modo univoco o subitaneo: si tratta di un problema complesso che richiede un approccio multidimensionale. È essenziale che le istituzioni democratiche lavorino per riconquistare la fiducia degli elettori e facilitare la partecipazione di tutti, affinché nessuno possa sentirsi escluso da decisioni cruciali per la vita di una Nazione. Solo attraverso sforzi concertati sarà possibile rafforzare la democrazia e garantire che la voce di ogni cittadino venga ascoltata: il voto riparta da tutti noi.

Paola Balducci

Politica e giurista italiana, membro del Consiglio di presidenza della Corte dei conti e membro laico del Csm

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