C’era una ‘regia’, probabilmente politica, dietro la campagna denigratoria contro la Giunta comunale di Villasimius guidata dal sindaco Gianluca Dessì. È quanto emerge dalle annotazioni finali della polizia giudiziaria, nella fattispecie la Guardia di finanza di Cagliari, al termine delle indagini scaturite da una serie di esposti anonimi pervenuti alla Procura della Repubblica, che hanno visto coinvolta l’intera Giunta del Comune di Villasimius che riguardavano, in particolare, concessioni demaniali “privilegiate” e “l’aumento degli indici di edificabilità” di terreni riconducibili anche alla famiglia di Dessì.
Esposti anonimi – che secondo le indagini sarebbero arrivati dalla medesima persona – che avevano innescato l’apertura dei procedimenti per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio, con il conseguente avvio delle indagini e di perquisizioni nella sede del Comune di Villasimius. La vicenda si è conclusa lo scorso anno con il proscioglimento di Dessì e degli altri indagati a seguito della richiesta di archiviazione da parte della stessa Procura.
La polizia giudiziaria – secondo quanto apprende l’Ansa – ha evidenziato l’esistenza di numerose email che indicano tra i mittenti e destinatari sempre le stesse persone che apparterrebbero alla precedente amministrazione, ora minoranza, oltre che responsabili di uffici del Comune. E ora il sindaco Dessì va al contrattacco: “Sono talmente disgustato dai risvolti di questa vicenda che sto meditando seriamente di non ricandidarmi, perché gli attacchi personali giunti contro di me e contro la mia Giunta, chiamando in causa addirittura la giustizia, non sono degni di una comunità civile. Chi ha architettato questo disegno ha non solo pianificato a tavolino di screditare chi legittimamente ha vinto le elezioni – prosegue il primo cittadino di Villasimius -, ma ha costretto quest’amministrazione a portare avanti un’azione legale che ha determinato una situazione di stallo durata tre anni e costretto i cittadini a pagare per quest’azione legale. Ora occorrerà valutare molto bene se ci siano le condizioni per formare un gruppo coeso in vista delle prossime elezioni e se queste condizioni non dovessero sussistere, abbandonerò, pur con rammarico, l’impegno pubblico, e tornerò a occuparmi del mio lavoro e della mia famiglia”.