Elezioni, Cisl in campo: “Per crescere la Sardegna ha bisogno dello Stato”

Nuovi equilibri con lo Stato, soprattutto alla vigilia del voto del 4 marzo, e un cambio di passo nelle relazioni con l’Europa in modo che “la Sardegna possa fare un salto di qualità”. È questo il messaggio lanciato oggi dalla Cisl sarda che attraverso una conferenza stampa è voluta entrate nel dibattito elettorale quando mancano tre giorni all’apertura delle urne.

Il primo destinatario dell’appello è la Giunta. “La Regione – ha spiegato il segretario Gavino Carta (ha dicembre ha sostituito Ignazio Ganga) – deve recuperare un diverso rapporto con Roma, non si può promuovere uno sviluppo autopropulsivo. Le Regioni in ritardo come la nostra hanno bisogno di essere aiutate. Non viene fatto nella misura che ci pare opportuna. Il ruolo della Regione deve essere più forte per consentire una accelerazione della spesa e degli investimenti nelle infrastrutture, nel settore produttivo e nel lavoro”.

Nel mirino anche il rapporto della Regione con le aree più periferiche dell’Isola: “Bisogna riscrivere l’atto costitutivo della Regione – ha detto Carta -: così come è, risulta più centralista dello Stato e tutto è paralizzato da una burocrazia che rende la Regione stessa inefficiente. Pensiamo al Piano di sviluppo rurale (Psr): serve un diverso rapporto con Stato ed Europa. La questione sarda deve essere centrale come lo è stato ai tempi del piano di rinascita, ma oggi con una declinazione diversa. La specialità va adattata all’attualità”. Il tema centrale per il futuro rimane il lavoro. “Il 57 per cento dei giovani non lavora – ha ricordato il segretario della Cisl -: ci sono 430mila inattivi. Due su tre sono senza occupazione. Per giunta, con la produttività stagnante, le ore lavorate valgono meno”.

La Cisl sarda suggerisce alcuni possibili rimedi, come per esempio “renere operative le norme sull’occupazione dell’ultima legge di stabilità nazionale e regionale puntando su cantieri e bonus”. Il sindacato spinge anche per la “perimetrazione delle zone economiche speciali”, sulle quali l’altro giorno è intervenuto l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, annunciando l’accelerata sull’iter (leggi qui).

Altro tema caldo, l’energia. “Accogliamo come buona notizia la ripartenza dell’Alcoa – ha sottolineato Carta -, ma il costo dell’energia è relativamente alto. Prima la domanda di energia arrivava da Porto Torres, Ottana e Sulcis, ora la maggiore richiesta parte da Cagliari, una città, non un polo industriale”. E a proposito di industria la Cisl propone ancora: “Vanno bene agricoltura e turismo ma di industria la Sardegna non può proprio fare a meno”, ha chiarito il segretario. Allarme sull’impoverimento del reddito. “Siamo alla deriva. Abbiamo numeri più vicini alla Grecia che alla media europea. E poi fenomeni preoccupanti come l’invecchiamento della popolazione e la fuga di giovani al ritmo di settemila all’anno”.

La Cisl ha provato a mantenersi equidistante dai diversi schieramenti politici. E Carta ha detto: “Noi non lanciamo messaggi elettorali a nessuno”. Però dallo stesso sindacato qualche indicazione per il voto del 4 marzo arriva attraverso le parole del segretario che ha poi aggiunto: “Sotto elezioni sono tutti amici del sindacato ed è evidente la finalità (la Cisl ha in Sardegna oltre 145mila iscritti). In un Paese come il nostro non si può fare a meno delle organizzazioni di rappresentanza delle parti sociali. La nostra base associativa è molto trasversale. Credo che gli iscritti alla Cisl, quando sono chiamati alle urne, abbiano a cuore quelle formazioni politiche che sostanziano meglio i nostri valori e contenuti e che hanno con il sindacato un rapporto di considerazione. Non come
accadeva un anno fa”. Quindi aggiunge: “Cgil, Cisl e Uil hanno partecipato alla recente manifestazione dell’Anpi, è importante la tolleranza. Una società come la nostra deve essere inclusiva. Accoglienza e multiculturalitá per noi sono molto importanti. Abbiamo organizzazioni impegnate in questi settori”.

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