Direzione del Pd a Oristano, Comandini: “Decadenza Todde? Tentativo di golpe”

“La richiesta di decadenza della presidente Alessandra Todde, dopo tutto quello che sta emergendo, più che una questione giuridica, credo che sia stato un golpe fatto in una stanza buia. Qualcuno non si è ancora reso conto – e non si vuole rendere conto – che gli elettori hanno deciso che le elezioni le abbiamo vinte noi”.

Così il segretario del Pd sardo, Piero Comandini, nella sua relazione che ha aperto nel pomeriggio a Oristano la direzione dem. “Non serve un’interpretazione ‘buia’ per stabilire quello che gli elettori hanno deciso – le parole di Comandini -. Anche in quell’occasione abbiamo dato una mano alla presidente Todde, come abbiamo fatto anche nel momento in cui c’era da affrontare una delle finanziarie più complicate e difficili di sempre”. Giuseppe Meloni “è stato straordinario in quei mesi – ricorda Comandini – non era facile mettere insieme l’eredità del passato dove non tornava nulla, approvando poi una manovra che darà garanzie alla Sardegna“.

Poi il segretario ha toccato un altro tema caldo della politica sarda. “Dobbiamo riappropriarci della sanità, e discuterne come coalizione. La sanità per noi non è un assessorato che appartiene a un partito, e non può un solo partito farsi carico dei tantissimi problemi che esistono”. Quello della sanità è uno dei punti all’ordine del giorno della riunione dei dem, inevitabile dopo lo strappo con il M5s – che esprime l’assessorato con Armando Bartolazzi – sulle nomine dei commissari delle Asl. “Siamo convinti che si debba fare qualcosa – rimarca Comandini – e che quello dei commissariamenti delle aziende rappresenti solo uno dei punti, uno dei tasselli della riorganizzazione sanitaria. I commissariamenti hanno un termine di sei mesi, e in questo lasso di tempo ci auguriamo che qualcosa di meglio si possa fare”. Il Partito democratico, insiste, “continuerà ad essere un attore responsabile, però quando avrà qualcosa da dire, quando non sarà d’accordo, dirà sempre la sua. E non solo sulla sanità, ma anche su trasporti e agricoltura: questa è l’essenza di un partito che discute al proprio interno e che può dire anche ‘no’ alla presidente della Regione”. Questo però “non significa sfiducia o strappi – specifica Comandini – ma significa mantenere una propria posizione. Che abbiamo espresso in occasione dei commissariamenti”. 

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