Dimissioni di Zedda, le opposizioni: “Opere incompiute e adesso la fuga”

Non è stato semplice il ritorno in Aula del sindaco dimissionario Massimo Zedda dopo la sconfitta alle Regionali. Dopo una lunga assenza dal Consiglio comunale per la campagna elettorale, l’opposizione non lo ha accolto col tappeto rosso e lo ha duramente criticato per la “fuga”. Nella seduta di ieri, prima che il sindaco potesse prendere la parola, il neosardista Alessandro Sorgia ha detto che dopo aver dato le dimissioni non avrebbe neanche dovuto presentarsi in Consiglio.  Stefano Schirru, appena eletto consigliere regionale col Psd’Az, ha ricordato le tensioni tra i dipendenti del Comune e il primo cittadino e ha citato tante opere incompiute come quelle di Barracca Manna, la questione stadio e le altre partite ancora aperte: “È sparito per tre mesi, ha usato il Comune di Cagliari come trampolino per andare in Regione e ci è riuscito, ma nei banchi dell’opposizione”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessio Mereu, ha criticato il modo in cui il sindaco ha gestito i rapporti con i suoi alleati: “Come ha fatto con la nomina del direttore generale del Ctm, aumentando i centri di potere con l’intento di tenere unita una maggioranza posticcia”. Piergiorgio Massidda ha citato la lettera d’addio di Zedda, che annuncia il suo passaggio al Consiglio regionale per contrastare la Giunta di Solinas: “Anche Renzi disse che avrebbe fatto saltare il Governo, ha visto la fine che ha fatto?”. Il candidato sconfitto nel 2016 ha ricordato di aver accettato quella sconfitta e di essere rimasto in Consiglio comunale: “Io ho perso come lei, ma io ero lo sturrato e lei invece è l’eroe. Io non mi sono dimesso, ci ripensi e continui”.  L’esponente dei Riformatori Raffaele Onnis, tra l’altro, ha criticato la situazione delle strade cittadine e ha sfatato un mito: “Lei è stato additato come il sindaco delle rotatorie – ha detto a Zedda – ma ne ha realizzato quattro o cinque su 44 che ci sono in città, le altre sono state fatte da chi lo ha preceduto”.

Secondo la capogruppo M5s, Antonietta Martinez, la scelta di abbandonare il Comune fatta dal sindaco è “una mancanza di rispetto nei confronti di tutte le persone che l’hanno votata. Molti sono i progetti che attendono di poter vedere la luce, ma a questo punto – visto immobilismo in cui è caduta l’Aula da alcuni mesi – è preferibile che si arrivi al più presto a elezioni”. L’inatteso ritorno al voto anticipato provocato dalla mossa di Zedda non spaventa il centrodestra. “Se il suo è un tentativo di mettere le opposizioni in difficoltà col ritorno al voto, sappia che noi siamo pronti – ha detto Pierluigi Mannino di Fratelli d’Italia – non abbiamo neanche spento i motori dalla campagna elettorale per le Regionali, non ci coglierete in fallo”. Il suo compagno di partito Antonello Floris ha parlato dell’effetto domino per le dimissioni del primo cittadino: “Sta facendo decadere 32 consiglieri comunali che hanno ancora un mandato per due anni: non so se la sua scelta farà piacere ai consiglieri del centrosinistra, perché se andiamo al voto per loro sarà un disastro”.

Ha seguito questa linea anche Gabriella Deidda, l’unica sardista che era rimasta fedele al partito dopo la cacciata di Gianni Chessa: “Mi spiace per i colleghi che le hanno fatto da stampella, lo dico senza astio: un sacrificio per nulla”. L’azzurro Alessandro Balletto ha detto che nel centro città la Giunta Zedda ha lavorato bene: “C’è una buona cura del verde, strade e marciapiedi curati e piazze riqualificate. Le opere ci sono state, ma non si può dire altrettanto delle zone periferiche”. Sulla cura della città Balletto ha parlato di “atti di ordinaria amministrazione: cioè, tenere la città semi-pulita. Non pulita perché la raccolta dei rifiuti non è ancora a regime”. Tra analisi del voto e critiche all’amministrazione Zedda, il dibattito sulle dimissioni del sindaco ha sancito l’inizio della nuova campagna elettorale per le Amministrative.

M.Z.

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