Decadenza Todde, la governatrice: “Si vuole stravolgere governo regionale e risultato elettorale”

 “Oggi sono qui, dinanzi alla massima assemblea del popolo sardo, in una seduta del Consiglio statutaria, per riferire su una vicenda che vuole stravolgere, attraverso un procedimento amministrativo, l’essenza stessa del governo regionale, modificando il risultato elettorale. E quindi il voto espresso dai cittadini sardi, dopo meno di un anno dall’insediamento della giunta della nostra maggioranza”.

Ha aperto così il suo intervento la presidente della Regione, Alessandra Todde, oggi in aula per le comunicazioni in merito all’ordinanza del collegio di garanzia elettorale, ricevuta esattamente un mese fa e che ne dichiara la decadenza dalla carica di governatrice.

“La tutela del mio diritto soggettivo è stata affidata al ricorso davanti al giudice civile del tribunale di Cagliari – ha evidenziato la governatrice – e oggi riferisco a voi in virtù di un principio che io e la maggioranza che rappresento riteniamo essere sovraordinato a qualsiasi altra motivazione politica: il rispetto istituzionale e la devozione per il ruolo che rappresento, molto spesso confinati a mere liturgie grigie e asettiche. Sacrificati sull’altare della comunicazione da spettacolo, conducendo troppe volte a mortificare la sostanza dei fatti in favore della loro forma comunicativa”.

Per questa ragione, ha aggiunto Todde “abbiamo ritenuto necessario, se non imperativo, dover ricondurre l’intera vicenda al grado di serietà che merita perché, se ancora a qualcuno non fosse chiaro, il provvedimento del collegio regionale di garanzia elettorale non riguarda me sola, ma l’intera forma di governo della Regione Sardegna: gli assessori, i consiglieri di maggioranza e di minoranza e, fatto ancora più grave, riguarda tutti i cittadini sardi”. Sul loro inviolabile diritto, in quanto cittadini, “di votare e di affidare al governo regionale che hanno democraticamente e liberamente eletto, la guida della Sardegna fino al 2029″.

Questi aspetti per Todde “non sono secondari ma costituiscono il vero cuore della questione. Per essere analizzati, discussi, spiegati e, perché no, anche contestati, è però necessario che tutti noi, io in primis, anteponiamo il corretto senso istituzionale alla frenesia mediatica. Non sarebbe stato opportuno parlare dinanzi a quest’aula senza prima esperire adeguata opposizione nelle sedi opportune”. Venire a riferire “senza prima esercitare i diritti e i doveri che l’ordinamento nazionale e regionale consente a ciascun cittadino- tanto più ad una cittadina cui le elezioni democratiche del febbraio 2024 hanno consegnato l’onore ed il compito di rappresentare tutti i cittadini sardi- sarebbe stata una mancanza di rispetto verso il ruolo che rivesto e verso voi onorevoli consiglieri”. 

Alessandra Todde nel suo intervento è poi entrata nel dettaglio delle contestazioni, mantenendo la linea tracciata dai legali nel ricorso presentato la scorsa settimana, precisando di aver ricevuto tramite una pec “una richiesta di chiarimenti da parte della presidente del collegio” e successivamente dallo stesso collegio. “Nessuno di questi rilievi segnalava alcun utilizzo improprio di risorse, ma semplicemente degli errori di forma nella predisposizione e nella presentazione della rendicontazione”. Immediata la risposta della presidente con una memoria dove si “analizzavano e confutavano tutti i rilievi del Collegio, spiegando come in realtà i punti contestati si basavano su assunti non corretti o, in altri casi, travisavano dichiarazioni contenute nel rendiconto presentato”.

Nessuna spesa rendicontabile direttamente sostenuta – ha sostenuto Todde – come già avvenuto in altre regioni, per presidenti di regione di altre appartenenze politiche, come Luca Zaia che per la campagna elettorale del 2015 in Veneto”. Solo “nell’ordinanza notificata il 3 gennaio scorso, invece, il collegio mi notificava un’ordinanza di ingiunzione contenente rilievi sulla memoria da me presentata comminando delle sanzioni amministrative di natura pecuniaria e, contestualmente, in assoluta assenza di adeguata motivazione, disponeva, in termini generici e non chiari, la richiesta al Presidente del Consiglio Regionale di procedere”. In quell’ordinanza anche la contestazione della bolletta per l’affitto della sede che “per soli 17 giorni insisterebbe nel periodo di rendicontazione” e che “non mi era stata contestata prima”.

Per la governatrice c’è “la totale assenza di motivazione per la richiesta della mia decadenza. Sono completamente assenti i presupposti per avviare la procedura, non essendosi concretizzate, in alcun modo, e per stessa espressione del Collegio regionale di garanzia elettorale, le fattispecie previste dalla normativa vigente”.

Secondo Todde “un organo amministrativo ha emanato un provvedimento dove in assenza di alcuna motivazione giuridica, senza che si siano verificate le condizioni di legge, ha richiesto a questo Consiglio l’avvio di una procedura di decadenza della presidente della Regione”. E poi “il medesimo collegio sembrerebbe aver agito sulla base di una normativa che non si dovrebbe applicare, perché trattasi di una disciplina riservata ai consiglieri eletti. E non ai presidenti di regione eletti in via diretta dal popolo che, quindi, sono consiglieri di diritto”. La presidente della Regione ribadisce che si tratta di “un attacco senza precedenti alla mia persona e al mio ruolo istituzionale. Articoli di stampa locale e nazionale che mi dichiaravano decaduta mettendo in discussione atti della mia giunta e le attività del Consiglio regionale”.

“Abbiamo assistito – ha aggiunto – alla sfilata di chi, per interesse politico, ha voluto iniziare la campagna elettorale, spacciando per atto definitivo un atto che definitivo non è, tanto che sia i giudici che il Consiglio si devono ancora pronunciare”.

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