di Vito Fiori
Un paio di settimane fa, Aboubakar Soumahoro, l’ex parlamentare con gli stivali di Alleanza Verdi e Sinistra, si è visto ridurre la sanzione pecuniaria comminatagli dal Collegio di garanzia dell’Emilia Romagna per gravi irregolarità nella rendicontazione delle spese per la sua campagna elettorale del 2022: da 40 a 25 mila euro. A deciderlo sono stati giudici della Corte d’appello di Bologna. Per Soumahoro, che comunque ricorrerà in Cassazione, la strada del suo futuro politico comincia a stringersi, e su di lui pende il possibile – anzi, quasi certo – voto dell’aula di Montecitorio sulla sua decadenza da deputato. Che, onestamente, con la maggioranza attuale è impensabile si indirizzi a suo favore. Anche perché è già stato “scaricato” da Avs e ora siede tra i banchi del gruppo Misto.
È un precedente che potrebbe tornare utile a chi dovrà decidere sul destino della presidente della Regione Alessandra Todde? Molte contestazioni mosse dai rispettivi Collegi di garanzia (Bologna e Cagliari) all’uno e all’altra sembrano assimilabili, tra le altre, la mancanza di un mandatario e di un conto corrente dedicato. “Noi siamo tranquilli – affermano dall’entourage della governatrice –, la situazione è completamente diversa. Qui parliamo di un deputato e non del presidente di una regione a Statuto autonomo. Alessandra ha sempre detto, e gli avvocati l’hanno ribadito nel ricorso, di non aver sostenuto spese per la sua campagna elettorale della quale si è occupato il comitato del suo partito. Nonostante, per una questione di trasparenza, le abbia inviate ugualmente come d’altronde ha fatto lo stesso comitato. Siamo sicuri che alla fine i giudici ci daranno ragione perché non è stato commesso alcun illecito”.
Il Tribunale di Cagliari, che non ha concesso la sospensiva come chiesto dai legali di Todde, inizieranno a discutere il caso il prossimo 20 marzo entrando nel merito della questione. La sentenza di primo grado dovrebbe arrivare a maggio. Poi, eventualmente, ci sarà tempo per gli altri gradi di giudizio.