Un’ondata di preoccupazione investe il mondo della cultura in Sardegna, dopo la pubblicazione dei risultati delle ultime valutazioni da parte delle Commissioni ministeriali del ministero della Cultura. I punteggi assegnati a numerose realtà operanti nei settori della danza e del teatro segnano una rottura netta rispetto agli anni precedenti, con esiti che, secondo molti operatori e rappresentanti istituzionali, non riflettono il reale valore delle attività svolte. La pubblicazione della graduatoria 2025 del Fondo nazionale spettacolo dal vivo vede quindi l’esclusione delle realtà operative in Sardegna nell’ambito danza contemporanea, comprese le progettualità legate alla multidisciplinarietà e all’innovazione artistica.
Tra i soggetti più colpiti emergono nomi come Spaziodanza, Fuorimargine, Sardegna Teatro, S’Ala, Oltrenotte, Carovana Smi, T.off teatro, che da anni portano avanti progetti di qualità riconosciuti a livello nazionale e internazionale, con tournée e premi che ne testimoniano la rilevanza artistica. A sorprendere, e a sollevare dubbi sulla coerenza dei criteri adottati, è il fatto che alcuni di questi organismi avevano ricevuto, solo pochi mesi fa, valutazioni molto positive relativamente all’annualità precedente.
A sollevare il caso è Ilaria Portas, assessora alla Cultura ed esponente di Sinistra Futura, che ha definito le nuove valutazioni “in totale discontinuità con il passato”. Portas ha sottolineato il rischio concreto di un danno economico e reputazionale per le realtà sarde, con ricadute immediate sull’occupazione nel settore: “Il rischio è quello di dover tagliare posti di lavoro, in un comparto già fragile e che in Sardegna rappresenta una risorsa culturale insostituibile”.
Secondo l’assessora, la situazione potrebbe anche riflettere dinamiche politiche più ampie. “Ancora una volta, sembrerebbe che alle Regioni amministrate da Giunte ‘rosse’, quindi in antitesi con il Governo, venga applicato un trattamento diverso. Non possiamo permettere che la politica valuti la cultura sulla base dell’appartenenza politica”, ha dichiarato, esprimendo preoccupazione per un possibile uso strumentale dei fondi pubblici. L’appello lanciato da Portas : serve una rivalutazione oggettiva delle domande presentate, basata esclusivamente sulla qualità culturale e artistica dei progetti. In gioco non c’è solo l’equilibrio economico delle singole realtà colpite, ma il futuro stesso della produzione artistica isolana, che rischia un colpo durissimo proprio in un momento in cui faticosamente stava recuperando visibilità e stabilità.
(Nella foto di Laura Farneti un momento de Le giornate del respiro, Sardegna Teatro)