La Sardegna è pronta a sperimentare tre farmaci per la cura del coronavirus, di cui si parla a livello nazionale e internazionale. Ieri lo hanno annunciato in videoconferenza il presidente della Regione, Christian Solinas, e l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu. Tutti e i tre medicinali sono già in commercio.
Il primo farmaco che sarà utilizzato negli ospedali dell’Isola è il Tocilizumab, un antireumatoide della casa farmaceutica Roche, quella stessa che produce i reagenti ordinati dal Brotzu di Cagliari e da utilizzare in un macchinario dello stesso marchio con quali si possono esaminare sino a 160 tamponi in quattro ore (qui la cronaca di Sardinia Post). Gli effetti positivi del Tocilizumab sono stati scoperti per la prima volta in Campania e da allora sempre più ospedali stanno curando con questo farmaco i pazienti in terapia intensiva. La maggior parte vbiene stubate nel giro dai quarantotto ore dalla somministrazione dell’anti-reumatoide.
“Abbiamo già predisposto l’acquisto del Tocilizumab – ha detto ieri Nieddu – e siamo in attesa della consegna, quindi presto anche noi partiremo con la sperimentazione”. Solinas ha dichiarato di essere molto interessato anche al farmaco giapponese che stanno già testando nel Veneto, l’Avigan, e diventato famoso per il video che un ragazzo di origini sardi ha girato a Tokyo ma che contiene un contenuto assolutamente falso perché non è vero che in Giappone la pandemia è risolta grazie a questo medicinale. Nieddu ha precisato sul punto che “la sperimentazione in Sardegna” comincerà non appena l’Istituto superiore di sanità ultimerà “il protocollo operativo” e solo allora la Regione potrà dare “mandato per l’acquisto”. Il terzo anti-coronavirus che l’Isola utilizzerà è sperimentato in Francia, si tratta dell’antimalarico Plaquenil. Solinas e Nieddu hanno poi spiegato: “Anche senza l’utlizzo di questi tre medicinali non è che i pazienti ricoverati in Sardegna non vengono curati. Al momento si stanno usando terapie cosiddette anti retro virali, già utilizzate per altri tipi di virus come l’Hiv, e sommate ad alcuni tipi di antibiotici. Questo seguendo i protocolli in uso in tutto il mondo”.