Covid, sono pochi i posti letto occupati. Solinas: “Il virus allenta la pressione”

Continua a migliorare il quadro epidemiologico della Sardegna sul fronte Covid e si abbassa ulteriormente la pressione sulle strutture sanitarie, dove l’occupazione dei posti letto ha raggiunto il 3% in area medica e il 2% nelle terapie intensive. E l’attività ordinaria riprende i propri spazi anche negli ospedali impegnati in prima linea nell’emergenza. “Abbiamo dato un importante impulso verso un ritorno alla normalità – afferma il presidente della Regione, Christian Solinas -. L’emergenza Covid non è ancora alle spalle, ma la situazione attuale ci consente di riorganizzare assistenza e servizi per rispondere in maniera efficiente a tutte le necessità. Il Santissima Trinità, diventato il più grande ospedale Covid dell’Isola, con la riapertura del Pronto soccorso, rappresenta un presidio strategico non solo per la città di Cagliari e il sud Sardegna”. Gli alti livelli della qualità d’assistenza dell’ospedale cagliaritano sono testimoniati dall’ultimo ‘Programma nazionale esiti’, che ha fotografato la sanità sarda nel periodo pre-pandemia. Nella ‘tree-map’ tracciata nel rapporto dell’Agenas-Ministero della Salute, che compie una valutazione sui dati provenienti da oltre 1.300 ospedali italiani, il Santissima Trinità ha registrato un livello di aderenza a standard di qualità molto alti negli ambiti della ‘chirurgia generale’ e ‘osteomuscolare’ e un livello alto nelle aree di ‘gravidanza e parto’, ‘respiratorio’ e ‘cardiocircolatorio’, dove si concentrano quasi il 70% dei ricoveri.

Il monitoraggio dell’Agenas evidenzia luci anche su altri ospedali dell’Isola, dove l’aderenza agli standard di qualità ‘molto alti‘ e ‘alti‘ sono stati registrati in riferimento a diversi presidi: Policlinico di Monserrato (per gli ambiti ‘nervoso’ e ‘chirurgia generale’), Brotzu (‘cardiocircolatorio’, ‘nervoso’ e ‘respiratorio’), Giovanni Paolo II di Olbia (‘cardiocircolatorio’, ‘osteomuscolare’, ‘respiratorio’ e ‘chirurgia generale’), San Martino di Oristano (‘osteomuscolare’, ‘nervoso’ e ‘chirurgia generale’) e San Francesco di Nuoro (‘cardiocircolatorio’ e ‘chirurgia generale’). “I risultati evidenziati ad aprile dall’Agenas sui nostri presidi – dichiara l’assessore della Sanità, Mario Nieddu – sono la testimonianza che quella che avevamo intrapreso prima della pandemia è una strada volta a valorizzare i nostri ospedali. Nemmeno con l’emergenza abbiamo mai smesso di lavorare per porre rimedio alle carenze che affondano le loro radici nel tempo. I problemi ci sono e sono tanti, ma la sanità sarda non è malata e la sua salute è testimoniata dalle tante eccellenze e grandi professionalità sulle quali i sardi possono contare ogni giorno”.

 

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