La Giunta Solinas gioca il tutto per tutto sul cosiddetto ‘passaporto sanitario‘. Cambia spesso la definizione, ma non la sostanza: la Regione vuole che i turisti in arrivo nell’Isola non si portino dietro il virus. Sono giorni cruciali per riuscire a stabilire in che modo dovranno comportarsi i ‘continentali’ e gli stranieri che vogliono trascorrere le proprie vacanze nell’Isola e i tanti sardi che aspettano di tornare a casa. La strada scelta dalla Regione è quella di portare la proposta alla Conferenza delle Regioni, sfruttando i canali della Lega, per poi approdare alla Conferenza Stato-Regioni e cercare un confronto diretto col Governo, che non si è mai mostrato entusiasta delle strategie scelte a Villa Devoto per affrontare la Fase 2. Finora la proposta del presidente della Regione sarda piace solo alla Sicilia.
L’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha fatto arrivare la proposta della Sardegna al coordinatore della commissione Sanità in conferenza delle Regioni, il suo omologo piemontese Luigi Icardi, assessore alla Sanità e leghista. Da lì, poi, la proposta potrebbe arrivare alla Conferenza Stato-Regioni in un paio di giorni. Oggi Nieddu proverà a capire quanto tempo ci vorrà per la validazione dei test salivari sperimentati dalla lombarda Università dell’Insubria. Si tratta del tipo di esami ai quali si è detto interessato il governatore Christian Solinas, soprattutto perché danno esiti attendibili dopo pochissimo tempo. L’idea della Regione è quella di inserire questi test nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) per pazienti sintomatici (per i quali sarebbero gratuiti), mentre gli asintomatici pagherebbero l’esame.