Due anni di pandemia e la situazione del Sistema sanitario isolano rischia di implodere senza un intervento strutturale su personale e risorse. Almeno secondo il parere della Uil Fpl che, attraverso le parole di Fulvia Murru e Guido Sarritzu, rispettivamente segretaria regionale e segretario provinciale, chiamano in causa la politica.
“Sono trascorsi oramai due anni dall’inizio dell’emergenza pandemica che ha investito il nostro sistema sanitario regionale – dicono – quasi nulla è cambiato nella programmazione strategica sanitaria. Sono state emanate nuovamente disposizioni fini a sé stesse, non strutturali ma di mera emergenza, che producono un risultato evidente quanto scontato: penalizzare l’assistenza alle patologie ritenute procrastinabili”.
Le soluzioni fino ad oggi adottate nel tentativo di arginare la quarta ondata “si sono limitate ancora una volta alla riprogrammazione dell’attività ospedaliera e ambulatoriale, alla rimodulazione dei posti-letto di terapia intensiva e degenza ordinaria nonché alla ridefinizione delle attività da mantenere e di quelle da rinviare, all’adozione di misure organizzative per svincolare il personale dalla gestione ordinaria e di elezione per destinarlo all’attività di ricovero e di trattamento di pazienti positivi al Covid, ricorrendo, quindi, agli stessi identici strumenti che erano stati individuati all’inizio della pandemia”.
In questo quadro a farne le spese sono anche le lavoratrici e i lavoratori, “sottoposti a insostenibili carichi di lavoro e a continui rischi per la propria salute, aumento dei carichi lavorativi per assistenza e cura, divenuti irragionevoli. È di chiara evidenza che il compito delle istituzioni è – anche – quello di tutelare chi si è impegnato in prima linea, da ben due anni oramai, a fronteggiare l’epidemia nei vari settori del servizio sanitario, con esposizione costante a fattori di rischio non solo biologici ma anche psicosociali per stress-lavoro correlato”.
Da qui l’appello alla Regione perché “vengano messe in campo azioni condivise, a breve e a lungo termine, per dare risposte impellenti e concrete ai professionisti”. Si tratta dunque di intervenire su “assunzioni straordinarie a tempo indeterminato di personale del comparto e della dirigenza medica che superino i tetti di spesa e i turn-over aziendali, al fine di strutturare gli organici e perequare i carichi di lavoro del personale. Stabilizzazione dei precari, per rafforzare il Sistema sanitario regionale e non perdere le professionalità acquisite”.
Inoltre sarebbero necessari “incentivi Covid, mediante risorse aggiuntive regionali, per remunerare il rischio e il disagio patiti dalle lavoratrici e lavoratori del Sistema sanitario regionale anche nella terza e quarta ondata, ivi incluso il personale somministrato. Se non si provvederà celermente il sistema sanitario Sardo rischia di implodere senza nessuna via d’uscita”.