La Corte dei conti sulla giunta Cappellacci: “Troppi soldi alle partecipate”

La Corte dei conti bacchetta la giunta Cappellacci su eccessiva spesa corrente, costi enormi della Sanità e soldi dati alle partecipate della Regione.

La Corte dei conti bacchetta la Regione sul Bilancio 2013, l’ultimo approvato dal centrodestra con Ugo Cappellacci governatore. “Si sottolinea una gestione fortemente sbilanciata sulle spese correnti con oltre 17 miliardi nel triennio 2011-2013, a fronte di 3 miliardi per gli investimenti”. Così emerge nella relazione che i giudici contabili stanno illustrando nella sede di via Angius a Cagliari.

E se nel complesso i numeri assoluti tornano almeno sul primo dato analizzato, cioè il disavanzo che “nel 2013 è stato pari a meno 216.138.608,71 euro contro i meno 594.602.953,69 del 2012″, la Corte boccia gli effetti economici dell’attività legislativa. “È risultata disapplicata, formalmente e sostanzialmente – dicono i giudici – la previsione che imporrebbe di verificare gli effetti finanziari complessivi e indotti sulla gestione del bilancio”.

Un altro nodo evidenziato dal relatore Roberto Angioni riguarda i debiti della Sanità, sui quali viene rilevata una discrepanza tra “dati comunicati dall’Assessorato e la stima diffusa dalla Direzione generale della Sanità”, spiegano ancora i giudici. Nel dettaglio, “85.062.599,03 euro contro 98.116.000”. Ciò vuol dire che la Sardegna potrebbe avere un ulteriore bisogno di liquidità pari a 13 milioni per sostenere le spese delle Asl. Durissimo anche l’attacco sulla spesa farmaceutica: “La Regione non ha rispettato i tetti programmati” in nessuno degli anni dal 2009 al 2012.

La bordata più pesante dei giudici contabili arriva sulla gestione delle società partecipate, “organismi rispetto ai quali la Regione ha continuato a operare consistenti trasferimenti finanziari anche al di fuori di un rapporto contrattuale di servizio. Tali attribuzioni potrebbero anche contravvenire al sistema comunitario di tutela della concorrenza, alterando le regole del mercato, qualora configurassero impropri regimi di aiuto”.

Tra le partecipate nel mirino, la Corte ne segnala tre nelle quali “si registra un incremento della spesa per incarichi di consulenza”: sono la Sfirs (la Finanziaria della Regione guidata dall’azzurro Tonino Tilocca, un fedelissimo di Cappellacci), SardegnaIT e la società Nuova Mineraria Silius che “pure è in liquidazione dal 28 luglio 2006”.

Nella sede di via Angius è intervenuto anche il governatore Francesco Pigliaru, nel consueto giro del contraddittorio. “La vostra relazione – ha detto rivolgendosi alla Corte presieduta da Anna Maria Carbone Prosperetti – è per noi un contributo molto prezioso nell’ottica della riorganizzazione della macchina amministrativa, alla quale ci siamo messi a lavorare da subito”. Pigliaru, concordando coi giudici contabili, ha sottolineato che “la gestione delle partecipate, per esempio, rappresenta un’emergenza da risolvere quanto prima. Per questa Giunta è prioritario capire se e in quali casi la Regione deve mantenere le quote societarie, siamo aperti a più soluzioni”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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