Coronavirus, i report dei pasticcioni: dalla Regione dati e grafici sbagliati

Numeri che non tornano, cifre diverse, grafici astrusi. Sono gli errori che con sempre maggiore frequenza si rilevano nei report che ogni giorno invia l’Ufficio stampa della Regione. File in pdf, la cui lettura sta diventando complicata, perché non è più chiaro come ci si debba orientare in quei dati diventati ballerini e incerti. Roba da pasticcioni.

La prima discrasia riguarda il numero di medici, infermieri e oss che si sono ammalati negli ospedali e nelle Rsa. Nel report inviato ieri – l’ultimo diffuso – si legge che sono il 24,1 per cento dei 1.226 casi totali accertati in Sardegna. Calcolatrice alla mano, significa che nelle strutture sanitarie dell’Isola in 295 hanno contratto il coronavirus. Ma nel grafico immediatamente successivo, quello in cui viene indicata la distribuzione per Assl dei contagi tra il personale, risultano 283 lavoratori infetti.

Non è tutto: dall’Ufficio stampa della Regione mandano ogni sera un bollettino che è fatto la mattina. Quindi succede che i numeri contenuti in quel report, “aggiornato alle 12,20”, è scritto, non corrispondono al comunicato che viene inviato insieme al file in pdf, sempre via WhatsApp, intorno alle 18. Ieri, per esempio, nella nota stampa c’era scritto di 1.247 casi di positività. Ma nel bollettino sono indicati 1.226 contagi. Sotto i quali si legge: “Il numero indicato presenta delle differenze rispetto a quanto comunicato quotidianamente dal ministero della Salute e diffuso dal dipartimento della Protezione civile”. Ovvero, un’assurdità, perché non ci possono essere dati ufficiali diversi. Ma se così è, la Regione ha il dovere di spiegare le ragioni della differenza. Questo nell’interesse di chi utilizza le informazioni. Ma tale tutela è, a quanto pare, un optional.

Su Facebook stanno diventando virali i grafici dedicati alle mascherine e ai Dpi. Li ha diffusi la Protezione civile della Sardegna. Come si vede dallo screenshot, nelle torte è stata inserita anche la cifra totale. Ragion per cui, si vedono due metà, perché l’una, ovviamente, è la somma dell’altra. Davvero un uso bizzarro della statistica grafica e che di certo non facilita né l’analisi né il ragionamento. Si tratta peraltro di un errore reiterato, visto che la stessa ‘tecnica’ è stata ripetuta più volte. Se questo ‘lavoro’ fosse di uno studente universitario, rimedierebbe una bocciatura sonora. E finirebbe lì. Ma che un tale esercizio di ignoranza porti la firma della Regione, nel mezzo della più grande emergenza sanitaria dell’ultimo secolo, sinceramente fa pensare. E anche molto.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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