Conte non ascolta le Regioni leghiste: ecco il piano Covid-19 uguale per tutti

Le Regioni leghiste, tra cui la Sardegna, hanno perso. La lettera con la quale dieci governatori avevano chiesto nei giorni scorsi di poter decidere liberamente le riaperture, è diventata carta straccia. Anche perché a Roma hanno capito subito che si trattava solo di una mossa politica: di fatto, per meri ragionamenti di contrapposizione tra schieramenti, si stava barrattando la salute dei cittadini. Così ha fatto anche il presidente della Regione, Christian Solinas, che voleva più libertà nella gestione dell’emergenza in nome dei bassi contagi, ma poi chiedeva di applicare la stessa strategia sollecitata dalla Lombardia di Attilio Fontana, le cui cifre su morti e positivi sono ben diverse. Insomma, un giochetto che al premier Giuseppe Conte non è andato qui. Di qui la decisione di Roma di fermare i ‘ribelli’ ispirati da Matteo Salvini: rivendicazioni respinte, comprese quelle di Solinas.

Ieri notte, da Palazzo Chigi hanno diffuso le condizioni della nuova strategia nazionale. Intanto è stato previsto un piano per aumentare i posti letto in terapia intensiva in tutta Italia. E questo alla luce del fatto che le aperture comporteranno con molta probabilità un nuovo aumento dei contagi e quindi anche dei ricoveri. Per legge dovrà esserci poi un ospedale Covid ogni milione di abitanti. Previsti cinque nuovi milioni di tamponi e dalla prossima settimana i primi 150.000 test sierologici. La sperimentazione della tracciabilità dei cittadini, sul modello coreano attraverso la app Immuni, dovrebbe cominciare a fine maggio. Verrà attivato anche un focus sulle nuove assunzioni nelle strutture sanitarie, dopo le 22mila già fatte con l’obiettivo di fronteggiare il Covid e gestire meglio le emergenze.

In totale il numero dei posti in terapia intensiva è già passato da 5.179 a 8.407, pari a un aumento del 62 per cento. “Al momento – hanno spiegato dal Governo – i contagiati Covid sono 1.694. Stiamo stanziando risorse per un piano che prevede 3.600 posti letto aggiuntivi più altri 4.225 di sub intensiva. Ce ne saranno inoltre altri seimila come area medica di Pneumologia e Malattie infettive”. Quanto ai tamponi, da Palazzo Chigi hanno precisato che “le Regioni hanno usato, sino a oggi, due milioni di tamponi, sui 2,7 milioni mandati. A questi se ne aggiungeranno appunto altri 5 milioni nei prossimi due mesi. Dalla prossima settimana faremo i primi 150.000 test sierologici ad un campione di cittadini definito da Istat e Inail. A questi si aggiungeranno quelli che stanno facendo le singole Regioni”.

Le valutazioni sulle eventuali misure da differenziare nei diversi territori verranno fatte nelle prossime due settimane. Quando si potranno valutare meglio gli effetti delle riaperture in termini di nuovi contagi. E le deroghe che potrebbero essere concesso avranno validità dal 18 maggio in avanti. A metà mese, peraltro, anche la temperatura dovrebbe continuare a salire. E sebbene non sia ancora troppo chiara la correlazione tra virus e clima, gli esperti tendono a prevedere, in maniera abbastanza unanime, che il Covid-19 possa perdere almeno un po’ la propria carica virale. E questo a vantaggio di una minore diffusione della malattia. “Che non è superata – ha ripetuto anche ieri Conte -, per questo non ci possiamo ancora permettere dio abbassare la guardia”.

Sul decreto che Conte ha illustrato domenica scorsa e che deve entrare in vigore dal 4 maggio, si attende l’ordinanza di Solinas che può prevedere, per legge, misure più restrittive se motivate da emergenze sanitarie. Altrimenti deve attenersi alle disposizioni nazionali. E da lunedì, su tutto, sono ammesse le visite a parenti e amici stretti, quegli affetti stabili che tanto hanno fatto discutere questa settimane. Ammesse anche passeggiate e altra attività motoria lontano da casa, quindi oltre i duecento metri sinora ammessi. Poi: sì ai funerali con quindici persone, preferibilmente in uno spazio aperto. Dal 4 maggio riaprono anche le aziende manifatturiere. I bar e i ristoranti possono fare servizio di asporto, con ingresso di una sola persona per volta. Queste aperture si aggiungono alle attività che non hanno mai chiuso, come i market, i negozi di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le banche e le assicurazioni. Più librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per neonati e bambini che hanno risollevato le saracinesche da lunedì.

Intorno alle 9,20, il premier ha postato un lungo messaggio su Facebook: “Il mondo del lavoro – si legge – è messo a dura prova. Tanti vivono con ansia e preoccupazione questa emergenza, fra attività chiuse e prospettive a rischio. Molti, durante la fase più acuta di questa emergenza, hanno lavorato negli ospedali, in strada o in ufficio per assicurarci assistenza, soccorso, sicurezza e beni essenziali. Oltre 4 milioni riprendono a farlo lunedì, grazie ai primi risultati delle misure di contenimento: impiegati, addetti e operai che potranno confidare nell’applicazione di rigidi protocolli di sicurezza, su cui saremo intransigenti. Ho letto alcune vostre lettere, ho provato a vestire i vostri panni e ne ho avvertito tutto il peso”.

Conte cita “Elisabetta che ha un’attività da estetista a Pomezia. Come tante altre sue colleghe mi ha scritto per tornare a lavorare in sicurezza, determinata a evitare qualsiasi forma di lavoro in nero. Ho letto con interesse le soluzioni proposte da Luciana, che da Torino mi ha raccontato la sua passione per la ristorazione, un mestiere che ha imparato dopo una lunga gavetta in periferia, con una lunga lista di consigli per ripartire il prima possibile, con vari accorgimenti per proteggere la salute. Ho percepito tutta la passione di Tonino per il suo salone di barbiere, aperto a Potenza nel 1978, l’attaccamento agli attrezzi del mestiere: le forbici, il rasoio. Sono sicuro che, con il rispetto delle regole adottate, in alcuni territori si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio. E attività come la sua potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca: se abbassiamo il rischio di contrarre il virus e rispettiamo i protocolli di sicurezza, tanti clienti torneranno a tagliarsi i capelli senza essere bloccati dalla paura”.

Ancora: “Non farò finta di non sentire i vostri consigli, le vostre sollecitazioni, la vostra rabbia, la vostra angoscia. Non cadono nel vuoto, non sono parole al vento. Sono piuttosto il vento che spinge più forte l’azione del Governo. Credo sia l’unico modo per onorare questo giorno, questo Primo maggio”.

Clicca qui per scaricare l’ultimo Dpcm, valido sino al 17 maggio.

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