Consiglio regionale, è scontro sulla legge elettorale: i ‘partiti minori’ contro le corazzate Pd e Pdl

Si profila un duro scontro in consiglio regionale tra le corazzate Pd e Pdl e i cosiddetti partiti minori. La battaglia si consuma sulla nuova legge elettorale, la cui discussione inizierà domani alle 10. A far scatenare la bagarre è stato un emendamento che incrementa la soglia di sbarramento dall’attuale 3 al 4%. A presentarlo, Pietro Pittalis e Giampaolo Diana, capigruppo di Pdl e Pd.

“Un emendamento antidemocratico – ha commentato Paolo Maninchedda, del Psd’Az – perché in sostanza si dice ai partiti di coalizione: ‘Porta voti e concorri all’elezione del presidente, ma se non superi quella soglia non esprimerai alcun consigliere'”. Come dire: i voti per il candidato presidente e la coalizione vanno bene, ma il partito potrebbe non ottenere nemmeno un consigliere.

Critico anche Luciano Uras, di Sel. “C’è un probolema di pluralismo politico. Uno sbarramento accettabile è quello del 2%, non del 4. Qualcuno o è troppo egoista oppure non si è accorto che spingere sul bipartitismo, ovvero Pd e Pdl, è cosa vecchia: Grillo ha già scardinato tutto”.

Si vedrà, a partire da domani, se l’emendamento sarà approvato o meno. “Ma se dovesse accadere – aggiunge Uras – allora se ne assumano le pesanti responsabilità”.

Il testo arrivato in Aula, peraltro, non ricomprende questioni cruciali come l’ineleggibilità, il conflitto di interessi, incompatibilità. “Anche per questo voterò contro”, ha anticipato Maninchedda, che poche settimane fa ha formalizzato le dimissioni dalla commissione Riforme proprio in seguito all’eliminazione, dal testo approdato in Aula, di questi temi ritenuti fondamentali.

“Hanno stralciato un nodo come il conflitto di interessi, forse la questione più importante, per approvare una legge-casta – ha aggiunto Maninchedda -. Hanno paura di dire che i ricchi non dovrebbero sommare al potere finanziario anche quello politico”.

Critico, su questo punto, anche Uras, che però tende a stemperare i toni. “Su questi temi invochiamo la presentazione di un emendamento ad hoc, che raccolga appunto le cause di ineleggibilità e conflitto di interesse”.

Un altro scoglio riguarda la doppia preferenza di genere. Francesca Barracciu, del Pd, propone una doppia preferenza facoltativa, mentre Sel prefererirebbe introdurne l’obbligo, pena l’annullamento del voto.

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